martedì 1 aprile 2014

L'abitare pubblico a Milano

Il tema dell’abitare è sempre più importante e delicato per la nostra realtà cittadina in cui, tra appartamenti di proprietà comunale e di proprietà ALER, sono presenti circa 70 mila alloggi. Per poteriniziare, quindi, un ragionamento efficace sul tema dell’abitare “popolare pubblico” è opportuno conoscere questa realtà partendo da alcuni numeri “importanti” che sono a supporto di questo tema. Allora è necessario sapere che il numero degli alloggi sfitti del Comune ammonta a circa 2.600 mentre 2.900appartengono alla proprietà diALER. Per quanto riguarda la nostra zona è opportuno segnalare che gli appartamenti pubblici sfitti di proprietà pubblica (i dati sono ovviamente molto mobili in funzione dei rilasci delle abitazioni, delle occupazioni abusive, delle nuove assegnazioni).
Giusto per focalizzarel’argomento avvicinandolo quanto più possibile alle “nostre strade” possiamo indicare alcuni numeri degli alloggi del Comune che sono sfitti in quartieri che ci sono vicini e pertanto segnaliamo: Mar Nero 23 alloggi, Nikolajevka 36, Quinto Romano 28, Bagarotti 22, Saint Bon 24, Valle Antrona 18, Tofano 17, San Romanello 12. Per quanto invece riguarda ALER nel quartiere San Siroabbiamo sfitti quasi 400 alloggi mentre in via Quarti ce ne sono circa 30.Su Via Quarti vi è poi il tema dell’abusivismo che riguarda 103 alloggi su 410…Questo ultimo dato lascia l’amaro in bocca rispetto alla gestione del bene pubblico in proprietà di ALER. E ciò nonostante anni di segnalazioni sull’argomento che, evidentemente, per qualcuno non era di particolare importanza…Giusto per dare un segnale dei costi per ripristinare un appartamento, se non agibile alla riconsegna (e quelli sfitti spesso non lo sono), è opportuno considerare un importo che va da 15 a 25.000 euro. Se moltiplichiamo l’importo con gli alloggi sfitti potete rendervi conto della grandezza dell’importo in gioco…Ma non tutti gli appartamenti necessitano di interventi importanti, fortunatamente.Se ragioniamo quindi sui 22 mila richiedenti alloggio in lista d’attesa e gli appartamenti sfitti si comprende che almeno 5 mila persone o nuclei famigliari potrebbero vedere realizzato il diritto all’abitare e, secondariamente, si toglierebbe l’acqua agli abusivi che, ovviamente, hanno buon gioco nelle loro attività proprio in virtù del fatto che le assegnazioni vengono fatte con grande difficoltà. Questa dinamica è molto importante per poter comprendere dov’è uno dei “tappi” che blocca il flusso del rapporto richiesta/disponibilità rendendo il tema dell’abitare sempre più una sorta di lotteria. Questo è un problema molto importante e, spesso, queste situazioni “incancrenite” nel tempo, vanno affrontate con strumenti eccezionali quali, ad esempio, la requisizione degli alloggi vuoti per assegnazione rapida agli aventi diritto e la messa in campo di un presidio fisso di Polizia di Stato e Carabinieri nell’area del quartiere San Siro dove maggiore è lo stillicidio di occupazioni abusive ormai settimanali. Entrambe le richieste sono state ufficialmente presentate al Prefetto insieme a tutti i referenti istituzionali che ne hanno titolo e responsabilità. Inoltre il Sindaco ha chiesto di ottenere poteri straordinari sul tema dell’abitare in città al fine di poter agire in maniera diretta e rapida per affrontare un problema tra i più importanti per la vita cittadina. Inoltre, alla luce della situazione che si è creata in ALER, con le note situazioni di difficoltà economico-finanziaria che rende difficile la gestione degli alloggi anche laddove vi sono esigenze immediate e non differibili (e ciò a causa del debito ALER che, da notizie della stampa, ammonterebbe a ben 365 milioni di euro) si è ritenuto opportuno fare una riflessione all’interno dell’amministrazione comunale, cercando la compartecipazione della Regione, da cui ALER dipende, al fine di creare una società di gestione diretta delle case di proprietà pubblica al fine di “saltare” ALER in questa azione ed essere più diretti e rapidi per risolvere i problemi dei cittadini/inquilini.


Altre due importanti temi riguardano la morosità e l’abusivismo. Per quest’ultimo problema, sempre considerando le variabili relative, possiamo indicare una cifra intorno ai 3500 alloggi occupati da senza titolo. Questi appartamenti sono occupati in maniera “equanime” dal 50 % di italiani e 50% di stranieri, e la capacità di intervenire per riportare nelle mani della proprietà gli alloggi è alquanto complessa e,certamente, non rapida per tutta una serie di questioni tra le quali l’organizzazione pratica dello sgombero nonché la gestione dello sfrattato, dopo l’evento. Su questo argomento, data la delicatezza, è opportuno ricordare che vi sono situazioni differenti su cui riflettere. Ci sono, infatti, occupanti abusivi di “professione” (occupano e poi passano ad altro soggetto l’alloggio facendosi pagare il “servizio”) così come ci sono quelli che occupano perché ritengono che sia giusto così e poi si allacciano alla corrente del condominio non pagando neppure l’utenza). Poi ci sono gli occupanti regolari che subaffittano l’alloggio a, magari, 5/6 persone con uso improprio del bene rendendo, ovviamente, difficile la vita ai propri vicini. Poi ci sono le occupazioni di coloro che, alla disperazione, fanno questo passo estremo magari non sapendo che, quando l’occupante abusivo viene segnalato alla proprietà per cinque anni non può presentare domande di alloggio pubblico. Generalmente questo tipo di occupante mette da parte l’importo dell’affitto sperando di poter essere regolarizzato e potendo così saldare il suo debito con le quote accantonate nel tempo. Sul tema della morosità, che incide in maniera pesante sul bilancio delle rispettive proprietà, è opportuno un intervento approfondito e selettivo tra coloro che hanno questa morosità per cause esterne (perdita del lavoro, malattie, separazioni, etc.) e chi, invece, è un professionista dell’abuso. Con costoro, ovviamente salvo eventuale e mirata sanatoria per i casi “umani”, saranno necessari interventi drastici e risolutori per fare in modo che chi abusa di un bene pubblico per un suo truffaldino oppure avendo le risorse necessarie per pagare un affitto sul mercato del privato, lasci l’alloggio indebitamente occupato a chi ne ha necessità.E’ comunque importante e fondamentale riflettere in merito al fatto che se la richiesta di alloggi popolari è di circa 22 mila all’anno e le assegnazioni sono intorno alle 600 unità annue, è possibile comprendere che se fossero resi disponibili gli alloggi sfitti e liberati quelli occupati abusivamente ci sarebbero a disposizione degli aventi diritto circa 10 mila appartamenti dimezzando, in poco tempo, il fabbisogno abitativo in lista di attesa. Ma i problemi dell’abitare non nascono certamente oggi bensì arrivano da lontano ed è opportuno ricordare che avere, a suo tempo, eliminato i custodi delle residenze pubbliche è stato uno dei primi passi verso la presa di possesso degli agglomerati residenziali da parte dei violenti e di realtà criminali (pensiamo alle situazioni vissute in Via Bianchi negli anni ‘90, oppure alle note e recenti vicende di Via Quarti, luogo per il quale da anni sono stati inviati inascoltati messaggi di allerta e richieste di interventi (inascoltati) ad ALER. Pensiamo alle case bianche di Viale Sarca, a Via Barilli, l’area di San Siro, alcune vie di Quarto Oggiaro. Tutti ambiti suddivisi tra la maggior parte di persone oneste ma, anche, di situazioni di abusivismo e criminalità che tengono in scacco tutti coloro che, invece, tengono al bene comune. Che fare quindi…? Abbiamo ben 28 milioni di euro di morosità che dovremmo recuperare (anche se non sarà una passeggiata…) e la necessità di intervenire, in maniera drastica, per cambiare le regole per l’utilizzo virtuoso del bene residenziale pubblico. E proprio per cambiare le regole, a suo tempo,ho chiesto al Comune che si costituisse una società di gestione specifica e diretta sul tema. Da quanto è emerso sulla stampa e da dichiarazioni del Sindaco sembra che questa indicazione possa essere presa in seria considerazione al fine di superare una condizione e situazione che non si può non considerare tragica. L’iniziativa politica deve quindi spingere verso una buona gestione degli immobili, delle loro manutenzioni, ordinarie e straordinarie, che non possono attendere, per i cittadini che vi abitano e che devono vivere in un clima positivo e senza alibi rispetto a loro mancanze e/o usi impropri di quanto loro affidato. Per giungere a ciò è necessario che il Comune (e la Regione se vorrà partecipare) si impegni in un programma di ricognizione diffusa e puntuale (la cosiddetta “due diligence”) al fine di decidere di intervenire in maniera chirurgica su singoli agglomerati di residenze che hanno urgenti necessità di riqualificazione. L’emergenza casa è sempre più forte, dolorosa, inderogabile che è necessario affrontare senza indugio prima che sia troppo tardi. 

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