martedì 29 aprile 2014

Piazza d'Armi per un nuovo stadio...? No, grazie.

Da tempo si parla di costruire un nuovo stadio per l’Inter e per il Milan. Ogni tanto appare una nuova ipotetica sede che, poi, lentamente, scompare dalle pagine dei giornali. Questa volta, però, il rischio paventato da un articolo de “La Repubblica” potrebbe avere le gambe per proseguire nel suo cammino. Già, perchè l’area indicata è lì, quasi bella e pronta. Senza necessità di abbattere alcunché e senza necessità, probabilmente, di eseguire bonifiche particolari. Quest’area è ben nota, da sempre, ai residenti della nostra zona ed un tempo qualcuno si soffermava ad osservare le esercitazioni che lì si eseguivano. L’area è quella della piazza d’Armi di Via delle Forze Armate. Un’area ormai dismessa da tempo per le attività di natura “bellica” e che attende di essere reimpiegata a favore della città.
E’ opportuno ricordare, comunque, che quest’area è ancora di proprietà del Demanio Militare e, quindi, del Ministero della Difesa ed ogni articolazione di possibile utilizzo è legato al reale passaggio della proprietà ad altro soggetto, privato o pubblico che sia. Su questo grande spazio, di circa 400.000 metri quadrati, vi era stata l’ipotesi di insediare la Città della Salute che si sarebbe ben integrata in un polo di natura sanitaria vista la vicinanza con l’Ospedale San Carlo Borromeo e la distanza certo non abissale con l’Ospedale San Paolo in Barona.

Purtroppo, invece, questa ipotesi non venne presa in considerazione ed il progetto di questo grande polo sanitario si è infine stato stabilito che venga edificato a Sesto San Giovanni, in uno spazio altamente inquinato e da bonificare (con relativi costi) lasciando, inoltre, un po’ di amaro in bocca per la contraddizione in termini considerando che la Città della Salute di Milano venga edificata a in altra città…Tralasciando questa “stranezza” e restando sul territorio interessato ci chiediamo se una ipotesi di tale importanza ed “ingombro” abbia senso. Attualmente l’area dello Stadio Meazza vive una situazione di grande difficoltà dal punto di vista della gestione del traffico e dell’affollamento anche fino ad ore notturne quando le partite vengono giocate in orario serale. Lo stesso dicasi per le serata dei concerti estivi che, pur nella loro gradevolezza, oggettivamente creano delle criticità all’area interessata. L’idea, quindi, di insediare uno stadio nuovo nell’area della Piazza d’Armi, adiacente, tra l’altro, al più importante asse viario verso e dal quartiere di Baggio, è incoerente con la volontà di salvaguardare spazi verdi all’interno della città. Pensare di creare un luogo in cui creare un doppione del Meazza nella stessa zona è davvero poco attento alle necessità dei cittadini del quartiere. Immaginare lo stadio Meazza e l’ipotetico nuovo stadio separato da una realtà ospedaliera come il San Carlo Borromeo è come pensare ad una reale devastazione del territorio di fronte alla quale tutte le polemiche sulle vie d’acqua appaiono come una simpatica dialettica tra pensieri differenti. 

Sarebbe poi importante articolare una riflessione sul reale senso dello sport che è racchiuso nel calcio dei nostro tempo. Un calcio business che ha appiattito i centri di calcio giovanile che le squadre maggiori avevano andando sempre e solo sul mercato estero per acquistare giovani calciatori talentuosi. Quindi è ulteriormente inopportuno che, in nome del business di pochi, debbano “pagare” i molti che vivono intorno al Meazza, oggi, ed all’eventuale nuovo stadio domani. Questa sarebbe una decisione assolutamente inopportuna che sarà meglio contrastare con ogni mezzo democraticamente concesso. L’area in questione, invece, deve essere immaginata per la crescita del quartiere e della città “costruendo” una progettualità complessiva che mantenga aspetti di naturalità e di verde pubblico contemperandole con altre funzioni private e pubbliche (ad esempio perchè non pensare di incentivare la presenza di realtà che fanno ricerca scientifica oppure a creare dinamiche che permettano l’insediamento di realtà che possano essere a servizio della città e dei cittadini). Vedremo quali saranno i prossimi passaggi. Comunque nel ragionamento complessivo è opportuno ragionare anche rispetto alla sorte dello stadio Meazza, di proprietà del Comune, che oggi può funzionare in quanto vi sono le due squadre cittadine che lo supportano ma quando dovesse rimanerne una (o nessuna) ad utilizzarlo che cosa ne faremo…? Lo dismetteremo…? E chi pagherebbe le decine di milioni di euro per una simile operazione…? 

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