domenica 7 dicembre 2014

Una grande festa di musica all'Auditorium Verdi di Milano per i 40 anni di live del "puma" di Lambrate

Fabio e la TrevesBluesBand: un amore infinito per il blues e per la gente

Fabio Treves e i suoi 40 di musica live (Blues, of course...)

Chissà che cosa avrà pensato Fabio Treves quando si è trovato di fronte all’Auditorium di Milano colmo “in ogni ordine di posto” (come avrebbe detto il grande Sandro Ciotti in ambito calcistico). Chissà cosa avrà pensato nello stilare la scaletta, nell’individuare gli ospiti, nel cercare di vincere l’inesorabile senso di emozione che, certamente, sarebbe arrivata al suo cuore.
Chissà che cosa avrà pensato prima di mettere piede sul palco ricordando, magari, il suo primo concerto, i suoi primi passi in quel di Lambrate, nelle prime jam session con i suoi coetanei. Se avrà pensato al suo viaggio all’isola di Wight ed al tempo trascorso tra quei giorni e quelli odierni che certamente contengono insidie e tristezze che, sentimenti che in quei lontani giorni si sperava di non incontrare.

Ma dopo avere pensato a tutto questo, e certamente ad altro, Fabio Treves si è trasformato come sempre nel Puma di Lambrate. Un musicista che ha calcato palchi prestigiosi e palchi dove ci stava a malapena un trio, protagonista di concerti affollati ed accaldati ma anche di momenti quasi intimi con il pubblico. Ha suonato  con musicisti prestigiosi quali, tra i tanti, Frank Zappa (qui in una foto presa dall’album dei ricordi di Fabio), Mike Bloomfield o, per restare tra gli artisti italiani e giusto per citarne uno solo, l’indimenticato Ivan Graziani, qui sotto in una foto live (anche se per avere un’idea completa delle collaborazioni con artisti italiani rimandiamo al suo sito, dove troverete l’elenco, clicca qui), così come ha regalato concerti per cause giuste in favore dei diritti negati, in una fabbrica occupata, in qualunque ambito in cui era necessario dare uncontributo in favore di persone con diritti negati. Il Blues, per Fabio Treves, è una necessità di vita, è il cammino di una vita, è l’attenzione ad una storia centenaria. Quella dei neri d’America prima e quella di quei bianchi contagiati da quel virus interiore che è un mix di amore e di sensibilità verso un genere musicale che non è fatto solo di note ma di vita, di sangue, di cuore, di storia, di eventi, di memorie, di amori, di conflitti, di fuoco e di fiamme.
Questo, e tanto altro, è scaturito dalle note dell’armonica di Treves in questa sera piena di passione e di gioia dove la sua fida Treves Blues Band lo ha assecondato in ogni passaggio, in ogni nota, in ogni parola cantata. Ma non è stata solo la Treves Blues Band ad avere calcato il palco dell’Auditorium a fianco del “puma”, ma sabato 29 novembre Fabio e la sua armonica erano “assistiti” da tanti amici che lo hanno accompagnato in questa serata di compleanno. E oltre ai suoi musicisti con cui ha diviso questo tour celebrativo per i 40anni di carriera (Alex "Kid" Gariazzo alle chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce e Massimo Serra a dettare il ritmo con batteria, percussioni, qui sotto nella foto)  proviamo a ricordarli questi amici che hanno condiviso con lui il palco. ‘Guitar’ Ray, Stephen Burns, Paolo Bonfanti si sono dimostrati chitarristi eccelsi e pieni di colore e potenza sonora, Paola Folli ha cantato in maniera impeccabile, Eugenio Finardi (non solo grande musicista, ma amico di lunga data di Fabio Treves), ha ricordato le sue radici blues nate nei giorni in cui si è saldata una sincera amicizia. Artistica ed umana. Ma non c’erano solo artisti “singoli” a spegnere virtualmente le candeline su questa bellissima torta musicale, c’era anche il gruppo Elio e le storie tese, orfano del suo leader perché impegnato nel musical “La Famiglia Adams” (in scena fino al 31 dicembre al Teatro della Luna di Assago, insieme alla brava Geppi Cucciari), che si è presentato sul palco dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, la perizia strumentale di questi straordinari musicisti (qui sotto un momento dell'esibizione di sabato sera). Le storie del tempo che passa ma, insieme, che rimane sempre uguale a se stesso. Le storie che parlano di vita e di morte nello spazio di un sospiro.
Tutto questo è stato Fabio Treves sabato sera all’Auditorium Verdi, una serata (e più in generale proiettandoci nella sua lunga carriera) che certamente non gli ha dato la ricchezza materiale ma, ne siamo certi, lo ha colmato di una ricchezza interiore più grande e senza fine: quella di avere la consapevolezza di essere stati coerenti e con la schiena dritta e di avere onorato i grandi del blues, gli immortali delle note e della parola, con una vita artistica e personale senza dubbio meritoria di rispetto.

Ed anche per questa ragione il 7 dicembre Fabio Treves salirà su un altro palco, quello del Teatro Dal Verme per ritirare, dalle mani del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale, l’Ambrogino d’Oro, il riconoscimento che Milano concede ai suoi figli più meritevoli. E quarant’anni di carriera in blues lo meritano. Suoni potenti e caldi, liriche intense e piene di calore, suoni sgargianti ed elettrici, sonorità acustiche, note di armonica che si sono innalzate verso il cielo, hanno dato evidenza della grandezza di una serata che si sarebbe voluto che non finisse mai. Perché quarant’anni di musica e di carriera non si possono esaurire in “sole” due ore di musica così come quarant’anni di esperienza e speranze, di gioia e di sudore, di fatica e kilometri non si possono esaurire in poco tempo. Perché per quarant’anni lo sguardo del Puma di Lambrate, al di là delle lenti scure dei suoi occhiali, lo abbiamo intuito tutti e lo abbiamo condiviso perché era anche il nostro sguardo sulla musica e sul mondo. Per quarant’anni Treves ha messo in campo il suono del tempo che trascorre e quello del suono che il tempo, invece, lo ferma, raccontando con le storie blues, le storie di tutti noi.
Rosario Pantaleo

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