giovedì 15 ottobre 2015

Piani di Cintura Urbana e territori dell’ovest cittadino


Alcune premesse:


1. Il piano di cintura urbana forse dovrebbe chiamarsi piano di cintura agricola perché l’ambito agricolo ed ambientale viene prima della città.

2. Ho scoperto che cosa fosse il piano di cintura urbano quando il contadino della Cassinazza sparava i pallini a sale quando gli rubavamo le pannocchie. In quel frangente ho capito che esisteva un confine tra il mondo urbanizzato e quello agricolo.

3. Il PCU altro non è che la green belt inglese dove già Elisabetta I nel 1580 aveva dato indicazioni di salvaguardia degli spazi verdi ed agricoli. Green Belt codificata a parte dal 1937 in un processo definitosi poi nel 1955 con la creazione di precisi ambiti di territorio verde intangibile (la città di Londra contiene una green belt di 51.300 km2). 

4. Le cinture sono elementi di chiusura ma anche di apertura. Su tale suggestione è necessario fare una riflessione rispetto alle attività da mettere in campo. 
La Legge regionale n° 24 del 1990 istituisce il PASM sulla base dei contenuti del piano generale delle aree protette n° 86 del 1983. 


PASM è di estensione pari a 47.000 ettari e rappresenta il 30% del territorio metropolitano. Trattasi di 61 comuni su 134.

Il PASM vive una situazione molto delicata in quanto la regione avrebbe voluto accorparlo al Parco Nord modificando, così, una vocazione precisa del Parco Sud. La città metropolitana, invece, deve essere il soggetto meglio di chiunque titolato per la sua gestione, tutela e sviluppo. 

La legge regionale n° 16 del 2007, che riporta in testo unico la legge istitutiva del parco, definisce le finalità del parco e cioè: “tutela, recupero paesistico ed ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, di connessione delle aree esterne con sistemi di verde urbano, di equilibrio ecologico dell’area metropolitana, di salvaguardia, di quantificazione e potenziamento delle attività agro-silvo-colturali, di fruizione culturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini”.

Il Piano Territoriale di Coordinamento disciplina la vita del territorio del parco. Questo piano opera, individuando individuando all'interno dell'area protetta territori con diverse finalità e funzioni che vanno dai territori agricoli di cintura metropolitana; territori agricoli e verde di cintura urbana, ambito dei piani di cintura urbana; territori di collegamento tra città e campagna, ambiti di fruizione.

Tra le zone vi sono quelle per la fruizione e quelle di transizione tra le aree esterne al parco ed i territori di cintura metropolitana. Ai territori sopra descritti il PTC sovrappone ambiti di tutela ambientale quali:

1. Riserve naturali istituite o proposte

2. Zone di interesse naturalistico

3. Zone di transizione tra le aree della produzione agraria e di interesse naturalistico

4. Zone di protezione delle pertinenze fluviali

5. Zone di tutela e valorizzazione paesistica

6. Sistema insediamenti rurali ed architettonici monumentali dove si trovano 31 nuclei rurali di interesse paesistico; nuclei di grande valore storico-monumentale, vincolati; insediamenti rurali isolati di interesse paesistico (ad esempio, Chiaravalle) 

7. Il tema dell’acqua

PCU 1: Bosco in città, Parco delle cave, Parco di Trenno, (Muggiano) – 996,15 ettari

PCU 2: Parco dell’acqua - Barona, Chiesa Rossa, Buccinasco, Corsico, Assago – 665,08 ettari

PCU 3: Parco delle Abbazie - Naviglio Pavese, Via Ripamonti, Via Emila, Tangenziale Ovest – 2.279,31 ettari (agricoltura in città Selvanesco + Chiaravalle-Macconago


PCU 4: Parco Est - Parco Forlanini, Idroscalo, Cave San Bovio – 652,46 ettari


PCU 5: Parco Lambro/Monluè - Valle del Lambro, da Viale Forlanini, Cascina Monluè – 230,81 ettari


PCU 4.823,81 ettari su 47.000 ettari del Parco Sud. La città di Milano racchiude 3.625 ettari agricoli.

Di questo territorio circa l’ 80 % è verde agricolo, naturalistico e parco pubblico; il 10 % impianti sportivi e ricreativi; 8 % edilizia libera e infrastrutture; il rimanente destinazioni varie. 

Il percorso della costruzione dei PCU è iniziato nel 2005 con la firma di protocollo di intesa, per la relativa redazione, tra Comune di Milano, Parco Sud e Comuni interessati (Assago, Buccinasco, Opera, Peschiera Borromeo, Rozzano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Segrate, Locate Triulzi). 

Tale strumento deve operare per la salvaguardia delle aree da edificazioni e costruzione del paesaggio e delle modalità di fruizione del verde. Inoltre grazie al nuovo PGT di Milano, non è possibile utilizzare diritti volumetrici per costruire all’interno del PASM bensì trasferirle in altre località. 

Nell’ambito del PASM La biodiversità racconta della presenza di 450 specie arboree considerando le 542 presenti nel Comune di Milano di cui ben 334 nel Parco delle cave. 

Nel PCU 1 le colture agricole sono così rappresentate: 28% mais seminativo di cereale estivo; 21 % cereali, frumento, orzo, segale; 16% riso; 24% prato; 2% erbai; rimanente vario (8%). Le aziende presenti sono 32 di cui solo 5 hanno territori oltre i 50 ettari. L’81% delle superfici è in affitto mentre i proprietari dei terreni sono per il 51% privati; 23% immobiliari; 25% Comune, 1% Regione. L’età media degli agricoltori è di oltre 60 anni. Gli ambiti del PCU riportano tre grandi dinamiche territoriali: Agricola, ecologica-paesaggistica; trasformazione urbanistica destinata alle funzioni di interesse generale. Non secondario il tema delle acque con il suo reticolo idrico minore.

Il PCU opera anche per l’individuazione dei diversi ambiti territoriali secondo le vocazioni preminenti delle diverse aree che compongono il PCU che sono così delineate:

1. Territori dove si dovrà conservare l’attività agricola, intesa come agricoltura periurbana multifunzionale

2. Territori di valorizzazione dei beni storico-architettonici tipici dell’architettura agraria e dei manufatti che hanno contribuito a costruire il paesaggio agrario

3. Territori di conservazione e potenziamento degli elementi di naturalità, con individuazione delle fasce di connessione e collegamento tra la città e la campagna

4. Territori orientati alla fruizione con la costituzione di parchi pubblici dove non si esclude la permanenza di attività agricole

5. Ambiti di trasformazione prevalentemente riguardo ai territori soggetti ad usi impropri o di scarso valore agricolo o naturalistico

6. Rispetto del paesaggio nell’ambito delle trasformazioni per essere elementi di transizione tra lo spazio urbano ed il territorio agricolo del parco.

E’ necessario modificare l’azione degli agricoltori ed EXPO ha reso possibile una visione differente rispetto alla gestione dei territori agricoli laddove si deve iniziare a ragionare su percorsi di qualità e non solo di quantità; di colture multifunzionali e non solo di monocolture. 

Esistono, nella nostra zona, la 7, legami molto forti tra realtà urbana e campagna come abbiamo a Muggiano, Assiano, Figino, Quinto Romano, Trenno. Questo legami possono essere razionalizzati anche con interventi di sostegno alla produzione agricola, in tutte le forme, anche quelle non tradizionali ed intensive, ed alla riqualificazione del sistema delle cascine. 

Facendo un esempio che potrebbe essere valutato in maniera ambivalente a seconda della visione scelta (urbanistico-residenziale o ambientale) l’intervento di Figino ha alterato il rapporto tra edificato e spazi verdi. 

Anche per evitare tali situazioni, la salvaguardia dei vecchi borghi è importante, fondamentale anzi per il corretto mantenimento del rapporto tra aree agricole e aree urbanizzate.

E’ bene segnalare che le aree di cintura verde rappresentano il 20 % del tessuto cittadino. Con il nuovo PGT sul Parco sud non è possibile intervenire dal punto di vista edilizio. La città metropolitana è un elemento fondamentale per ritornare a lavorare sul tema dei PCU. Questo rende evidente che la questione del verde, e dei PCU, sia un elemento fondamentale per la salvaguardia del microclima della città. 

E’ bene ricordare che esiste la convenzione europea del paesaggio che dà criteri, tra le altre, per l’individuazione del rapporto (e qualità) tra riqualificazione del paesaggio urbano nel rapporto con la parte agricolo/ambientale e che, inoltre, la diffusione del verde urbano è auspicata dall’Agenda 21 e dalla Carta di Aalborg. 

Da non dimenticare la questione degli orti urbani presenti in città (800) che sono elemento oltre che di sussistenza anche di relazioni e socialità. Inoltre vi sono anche gli orti botanici (vedi inaugurazione di quello dell’area Zubiani).

Intervenire pianificando il territorio tenendo conto del ripristino di quanto perduto. Esempio negativo è quello delle opere per la Pedemontane e per la Tangenziale Est Esterna dove si è intervenuti in aree del PASM con compensazioni infime rispetto al danno causato. Questo per la mancanza di una pianificazione adeguata e concreta inerente il territorio non urbanizzato. 

Per ovviare a quanto sopra, si ritiene opportuno costruire un’Authority dei parchi che sia in capo alla città metropolitana. 

Nell’ambito di EXPO si sarebbe dovuto intervenire sulla “costruzione” dei seguenti parchi in zona ma ciò non si è verificato a causa di varie situazioni:

1. Parco del deviatore dell’Olona, 87.000 mq. connesso al Parco dei Fontanili

2. Parco di Calchi Taeggi, 160.000 mq. 

3. Parco Blu, in Via Bisceglie, 52.000 mq.

Altri progetti di Parchi Urbani sono in corso da molti anni sui quali vi sono lentezze dovute anche alla mancanza dei necessari fondi. 

1. Parco del Ticinello, 900.000 mq. (con aree coltivate)

2. Parco di San Rocco, 60.000 mq. con estensione del Parco Ticinello

3. Parco della Conca Fallata, 60.000 mq. 

4. Parco della Vettabbia, 1.000.000 di mq. intorno al depuratore di Nosedo.

5. Parco di Via Adriano -Marelli, 80.000 mq.

6. Parco di Via Adriano – Cascina San Giuseppe, 168.000 mq. 

Per quanto concerne Expo accenno ad alcune questioni importanti da sviluppare in itinere:

1. Il Consiglio Comunale ha votato il Food Policy Act che impegna Milano ed altri Comuni anche a livello internazionale, ad interventi mirati nel campo agricolo, in termini di protezione e sviluppo, salvaguardia dei territori, nuovi percorsi di produzione, etc. La firma del documento con gli altri comuni avverrà giovedì 15 Ottobre.

2. Ho chiesto al Ministro dell’Agricoltura, Martina, ed al Sindaco Metropolitano, di indire gli Stati Generali dell’Agricoltura non appena sarà terminato Expo. 

3. Nell’ordine del giorno che ho presentato in Consiglio Comunale, e che è stato approvato alla fine di Gennaio 2015, e che, di fatto, ha bloccato le vie d’acqua, vi sono inserite considerazioni ed indicazioni su come spendere i fondi stanziati ma non utilizzati per le vie d’acqua. Quota parte di questi fondi verranno destinati al Parco delle Cave.

4. E’ necessario continuare a sviluppare il legame con l’esperienza di Terra Madre e con Expo dei Popoli per parlare un linguaggio “a bassa intensità” circa lo sfruttamento dell’ambiente.

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