mercoledì 30 marzo 2016

Rassegna "Siam venuti a cantar Baggio", 4^ edizione

E dopo i fasti estivi della Triennale, tra Febbraio e Marzo si è tenuta, nella sua “casa” storica, Spazio Teatro 89, la quarta rassegna della rassegna musicale “Siam venuti a cantar Baggio”. Rassegna che ha la pretesa di mettere insieme gruppi ed artisti del quartiere di Baggio facendoli suonare su un palco prestigioso e rendendo possibile la scoperta di talenti inaspettati proprio a fianco delle nostre abitazioni. E’ innegabile che la musica rappresenta un veicolo di incredibile forza evocativa e catalizzatrice di forze che, attraverso l’arte, si manifestano in tutta la loro potenza. Non importa quale sia il genere proposto né l’età dei musicisti coinvolti. Quello che fa la differenza è la passione dei musicisti e degli spettatori che, attraverso un vero scambio palco-platea-palco, contribuiscono a crescere artisticamente e a fare crescere nella qualità della fruizione musicale. Così, alla quarta chiamata, in molti si sono fatti trovare pronti e preparati e, nonostante l’incremento di una serata, per alcuni artisti non è stata possibile, purtroppo, l’inclusione in una delle serate previste. 

Dopo la conferenza stampa all’Urban Center, con la speciale presenza del grande Eugenio Finardi, il 12 Febbraio sono apparsi sul palco di Spazio Teatro 89 “Le nuove Onde”, un gruppo di appassionati ed anche “stagionati” (bene) musicisti che hanno accompagnato il pubblico tra le melodie di Elvis Presley, I Beatles, gli Eagles, Simon & Garfunkel, I New Trolls ed altri artisti, facendoci entrare in una sorta di capsula del tempo anni ’60 e ’70, con grande piacere del pubblico che ha gradito il repertorio ed anche cantato sulle note di alcune canzoni. La “A_Material Band”, con undici elementi sul palco, capitanati da Roberto Bassi e diretti dal maestro Michele Ferrara (insieme ad una micidiale sezione fiati), ha affrontato brani originali ed altri di Frank Zappa e John Zorn, rischiando ovviamente non poco dati “gli originali”. La resa è stata strepitosa stupendo i presenti per la forza ed il colore sonoro proposto dalla band. Un ensemble, questo, di grande valore che andrebbe valorizzato quanto possibile dato il notevole potenziale dei musicisti come singoli e come gruppo. Un set, il loro, davvero originale che ha saputo lasciare il segno. I “Dandelion” sono praticamente la nuova edizione dei “The Third wave”, gruppo di giovanissimi, con la peculiarità di una scrittura di canzoni originali, scritte dai componenti la band (in particolare da Leonardo Viviani), non incasellabili in un genere definito ma, certamente, ricche di originalità e presenza. 

Una buona serata per un ottimo inizio. Il 18 Febbraio è stata la volta della “B.B. Band,” un gruppo di giovanissimi (guidati dal quasi giovane batterista e cantante, Tommaso De Vecchi) che sono nati e cresciuti grazie al CDE di Quartiere degli Olmi. Gruppo certamente agli inizi ma che aveva bisogno di un battesimo del fuoco e quello della rassegna lo è certamente, positivamente, rappresentato. Paola Franzini, accompagnata dal bravo e fidato Pierluigi Ferrario alla chitarra, è la solita certezza che con lei si assisterà ad un set di classe e qualità, giocato sulla gradevolezze delle liriche e sulla soavità delle musiche. Tra l’altro Paola, proprio a Spazio Teatro 89 ha presentato il suo nuovo album, “Calma e ges”, che abbiamo recensito sul precedente numero del mensile. A chiudere la serata, il gruppo dei “Co.Ci.DA.”; un trio originale caratterizzato dai soli chitarra e batteria con la voce duttile e potente, alla Piero Pelù, di Mariano Ciotti. Ad accompagnare il gruppo il bravo e discreto Luciano Garofano con clarinetto, ukulele e chitarra auto costruita. Per chi non lo sapesse quest’ultimo è il liutaio che opera nei negozi di Piazza della Cooperazione. 

Le famose “Office ZOC” per intenderci. Il 25 Febbraio si sono avvicendati sul palco altri artisti assolutamente eterogenei (e questa è una delle caratteristiche della rassegna). Mario Acquaviva, cantautore prestato alla ristorazione, accompagnato dalla tromba eclettica di Raffaele Khoeler e da….ha sciorinato una messe di canzoni di sua composizione che hanno evidenziato la versatilità di questo musicista, umile e sempre molto “di profilo”, ma in grado di proporre un set di grande suggestione, delicato ed incisivo al contempo. Paola Odorico, accompagnata alla chitarra acustica dal suo “angelo custode”, Carlo Marinoni (da sempre al suo fianco in questa come in altre manifestazioni), ha annichilito, benevolmente , l’auditorio presentando un repertorio di canzoni “cantate da donne”. Quindi, grazie alla duttilità della sua voce, Paola ha fatto apparire giganti come Joan Baez, Amalia Rodriguez, Patti Smith, Bessie Smith, Billie Holiday, Aretha Franklin. Una interpretazione, la sua, da applausi e 10 e lode per potenza ed intensità con, in particolare, le versioni di Me and Bobby Mc Gee (di Janis Joplin) e di Je ne regret rien (di Edith Piaf) da brividi. A chiudere un bel set di jazz con alcuni standard suonati con levità dal “Luca Mancinelli 4et”, con il titolare che ha dato un fiato pieno di rigore e colori al suo saxofono. 

L’epilogo il 18 Marzo, con un set molto intenso dei Cosmic Bluster, capitanati da Marco Gigliotti, che hanno dato l’impressione, pur giovanissimi, di avere sia talento artistico che le idee chiare sulla musica che intendono portare avanti, mischiando brani di loro produzione a cover di artisti certamente non banali quali Edgar Winter e Billy Cobham. La Jethro Tull Benefit Tribute Band, ben nota a Spazio Teatro 89, ha steso una grande tela di suoni ai piedi del pubblico e la musica dei Jethro Tull si è materializzata attraverso il contributo di tutti e cinque i musicisti sul palco con particolare menzione per il flauto, la voce e la scenografia di Mario Eugenio Cominotti e la perizia chitarristica dei gagliardi chitarristi, Walter Marocchi e Giulio Quario. E, parafrasando i Beatles, “alla fine l’amore che ricevi è uguale all’amore che dai”, arriva il turno della The Insett Bit Band, cover band beatlesiana che suona ogni volta meglio della precedente e sempre più decisa a diffondere il verso artistico dell’indimenticato quartetto di Liverpool. Menzione speciale per il bassista, Gianni Bombelli che ha sfoderato il classico basso a violino della Hofner…senza dimenticare il grande lavoro di Simone Loda, il fonico e mille altre cose del teatro ed Alice Bellati che ha garantito, come in altre occasioni, la copertura fotografica di tutte le serate. 

Una bella festa della musica, una modalità di relazioni basata sulla musica, il desiderio di stare insieme, la voglia di “cose belle” e coinvolgenti, la cultura che nasce e si diffonde nei quartieri della città. Questi sono, anche, i significati del progetto di “Siam venuti a cantar Baggio”. E l’avventura continua…

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