mercoledì 8 marzo 2017

M5 ed azioni Astaldi



La M5, come noto, è una società di scopo che è stata costituita in Project Financing per costruire e gestire, per 25 anni, la linea 5 della metropolitana milanese. La società è costituita da vari soggetti uno dei quali, Astaldi, società che ha costruito le opere civili, ha deciso di vendere una sua quota (del 37%). Tale vendita, del valore di circa 65 milioni di euro, è stata trattata con Ferrovie delle Stato. IL Comune di Milano, tramite ATM, possiede la facoltà di prelazione di azioni vendute dai soci della società. Il quesito che ci si è posti è di capire se ATM potesse utilizzare al meglio il suo diritto di prelazione. In un certo senso, si, perché nulla lo impediva. In altro senso no, perché si sarebbero incontrate alcune difficoltà. 

La prima è che ATM non deve gestire “la finanza” ma deve operare per il migliore servizio del trasporto pubblico locale. La seconda è che il contratto di Project Financing non consente ad ATM, società pubblica, di avere più del 50% del capitale sociale (ora ne ha il 20%). La terza ragione è che ATM, una volta acquisita la quota di Astaldi avrebbe dovuto venderla, tramite bando pubblico, e gli interessati erano, al momento, due: FS ed il Fondo F2i. ovviamente nel tempo che sarebbe intercorso tra l’acquisto e la vendita il debito di 500 milioni, ad oggi in vita, sarebbe stato, quota parte, in carico a ATM. Per ultimo non è difficile immaginare che FS, interessatissima a quelle azioni, avrebbe potuto mettere i bastoni tra le ruote del Comune (e della Regione) sulla partita degli scali ferroviari. 

Certamente questa situazione apre scenari inediti sul tema del trasporto pubblico locale, laddove FS sarebbe interessata alla fusione tra TreNord e ATM oltre che tentare, probabilmente, di partecipare al bando pubblico per la gestione della rete di trasporto locale e metropolitano. Fantascienza: non lo sappiamo e saranno gli eventi a dimostralo (o meno). Ad ora rimane il fatto che la maggioranza del Consiglio Comunale ha deciso di non dare il consenso alla prelazione delle azioni Astaldi ad ATM e di lasciare alla libera trattativa la gestione di queste azioni. Il tempo dirà chi aveva ragione.               

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