Ci siamo rivisti in tantI, sabato 21 Ottobre, a ridosso dei miei sessant'anni ed il pensiero è corso veloce al passato nel vedere i "nostri due eroi, Don Antonio e Don Tonino, così il pensiero è volato veloce al passato...Un passato dove non c’erano i
cellulari ma non
era difficile
incontrarsi.
Bastava il
passaparola. Non
c’erano le APP ma
non se ne sentiva
l’ipotetica
mancanza perché il
futuro era tutto
da scrivere. Con
carta e penna
perchè la
macchina da
scrivere era già
un prodotto
tecnologicamente
avanzato. Ieri
sera
osservavo molti
dei presenti ed
immaginavo anche
tanti degli
assenti. Era tutto
l’immagine di un
mondo trasformato
ma apparentemente
rimasto immobile
ed
immutato, quasi
cristallizzato in
uno spazio senza
tempo, in un tempo
privo di
spazio perché
tutto era
compresso quasi
fosse un buco
nero. Si potevano
sovrapporre
volti ed
immaginarli dieci,
venti, trenta,
quaranta anche
cinquanta anni fa
e
non sarebbe stato
difficile. E
poi immaginare
i figli ed
anche i
nipoti.
E questo,
magari, poteva
anche essere
elemento di
ansia. ma poi
bastava
osservare il
volto dei due
preti presenti
per ricavare
una sorta di
pacificazione
interiore.
Sempre pronto
a partire per
luoghi, reali
ed interiori,
don Antonio
“Tonino”
Giovannini;
sempre con un
sorriso
accogliente e
pieno di
spiritualità
don
Antonio
Mascheroni.
Entrambi
affascinanti
strumento di
educazione che
sono
stati regalati
al nostro
quartiere ed a
centinaia,
forse
migliaia, di
persone,
nel corso
della loro
vista in SGB,
ma non solo.
Ed alle spalle
si poteva
intravvedere
l’immagine del
fondatore,
quel Don
Giovanni
Merlini con il
quale
non era
possibile non
scontrarsi ma
della
cui
personalità e
testimonianza
era
impossibile
non lasciarsi
contagiare.
Ieri
sera in SGB
era presente
la sommatoria
della vita:
vite normali,
vite oblique,
vite
fortunate,
vite
trafficate,
vite salutate
dal buonumore
e vite
tribolate.
Ma
tutto questo,
forse, è solo
apparenza
perché mai
conosceremo
l’animo altrui
e,
magari,
nemmeno siamo
in grado di
riconoscere il
nostro. Ma in
mezzo a tutte
quelle vite,
ai sogni persi
per strada,
alle occasioni
per crescere,
magari
perdute per
strada, alle
intuizioni che
hanno cambiato
la vita,
c’erano luci
negli sguardi.
Luci
pacificate e
luci
elettriche e
sempre in
azione. Luci
che
attendevano,
ancora, un
segnale di
risposte ed
altre
abbacinate dal
troppo
sfavillio
che, a volte,
fa perdere la
rotta. In
mezzo a tutte
quelle vite si
poteva
cogliere
un desiderio
di sogno che,
ancora, chiede
di essere
realizzato.
Piccole cose,
grandi storie;
brevi frasi
racchiuse in
una stretta di
mano oppure in
un
sorriso fugace
ed anche
timido.
Piccole
storie, grandi
cose rotolate
tra la
tavola e le
parole tra una
forchetta e
l’altra…”Vuoi
un po’ di
vino…e tuo
figlio come
sta…? E tua
mamma…mi
spiace…. Anche
la mia…”.
Tutto
condensato e
troppo veloce,
tutto
racchiuso
nella stessa
cornice e
luogo che ha
visto
passare gli
anni migliori
della nostra
vita…forse,
chissà…
Ma
certamente un
luogo e delle
situazioni mai
anonime oppure
banali; mai
prive di un
orizzonte
anche se,
magari, non
percepite nel
tempo
opportuno e,
magari,
scoperto per
caso, in un
tempo
successivo.
Forse in tempo
per capire
forse tardi
per agire e
cambiare la
rotta. Ma
questa è la
vita e ieri ne
abbiamo avuta
la netta
rappresentazione
e sarebbero
state
opportune la
parole di De
Andrè quanto
cantava in Giugno
1973 “è
stato meglio
lasciarsi che
non esserci
mai incontrati”.
La vita è
fatta di
incontri e di
abbandoni, di
storie che si
incrociano, si
intrecciano e
poi si perdono
negli anni,
nel mutare dei
caratteri, nel
cambio di una
abitazione.
Eppure troppo
importanti e
troppo potenti
sono stati
quegli
incontri, si
sono
dimostrate
quelle
esperienze, si
sono mischiate
quelle realtà
per poter solo
lontanamente
immaginare che
l’humus nel
quale siamo
cresciuti
fosse stato
incapace di
generare
“buoni
propositi”,
buone
attenzioni,
buon
spirito,
giusta visione
del mondo. Non
sempre i
propositi sono
andati a buon
fine,
non sempre le
attenzioni
sono state
proficue, non
sempre lo
spirito ha
soffiato
nella giusta
direzione, non
sempre la
visione del
mondo è stata
quella giusta
ma, alla fine,
lo sguardo del
mondo non ci
ha cambiato
più di tanto e
buoni maestri
e volonterosi
discepoli
dimostrano di
sapere ancora
incontrare la
vita
sorridendo
anche durante
le intemperie…
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