mercoledì 25 ottobre 2017

Amarcord, Mar Nero

Ci siamo rivisti in tantI, sabato 21 Ottobre, a ridosso dei miei sessant'anni ed il pensiero è corso veloce al passato nel vedere i "nostri due eroi, Don Antonio e Don Tonino, così il pensiero è volato veloce al passato...Un passato dove non c’erano i cellulari ma non era difficile incontrarsi. Bastava il passaparola. Non c’erano le APP ma non se ne sentiva l’ipotetica mancanza perché il futuro era tutto da scrivere. Con carta e penna perchè la macchina da scrivere era già un prodotto tecnologicamente avanzato. Ieri sera osservavo molti dei presenti ed immaginavo anche tanti degli assenti. Era tutto l’immagine di un mondo trasformato ma apparentemente rimasto immobile ed immutato, quasi cristallizzato in uno spazio senza tempo, in un tempo privo di spazio perché tutto era compresso quasi fosse un buco nero. Si potevano sovrapporre volti ed immaginarli dieci, venti, trenta, quaranta anche cinquanta anni fa e non sarebbe stato difficile. E poi immaginare i figli ed anche i nipoti.
E questo, magari, poteva anche essere elemento di ansia. ma poi bastava osservare il volto dei due preti presenti per ricavare una sorta di pacificazione interiore. Sempre pronto a partire per luoghi, reali ed interiori, don Antonio “Tonino” Giovannini; sempre con un sorriso accogliente e pieno di spiritualità don Antonio Mascheroni. Entrambi affascinanti strumento di educazione che sono stati regalati al nostro quartiere ed a centinaia, forse migliaia, di persone, nel corso della loro vista in SGB, ma non solo. Ed alle spalle si poteva intravvedere l’immagine del fondatore, quel Don Giovanni Merlini con il quale non era possibile  non scontrarsi ma della cui personalità e testimonianza era impossibile non lasciarsi contagiare. Ieri sera in SGB era presente la sommatoria della vita: vite normali, vite oblique, vite fortunate, vite trafficate, vite salutate dal buonumore e vite tribolate.
Ma tutto questo, forse, è solo apparenza perché mai conosceremo l’animo altrui e, magari, nemmeno siamo in grado di riconoscere il nostro. Ma in mezzo a tutte quelle vite, ai sogni persi per strada, alle occasioni per crescere, magari perdute per strada, alle intuizioni che hanno cambiato la vita, c’erano luci negli sguardi. Luci pacificate e luci elettriche e sempre in azione. Luci che attendevano, ancora, un segnale di risposte ed altre abbacinate dal troppo sfavillio che, a volte, fa perdere la rotta. In mezzo a tutte quelle vite si poteva cogliere un desiderio di sogno che, ancora, chiede di essere realizzato. Piccole cose, grandi storie; brevi frasi racchiuse in una stretta di mano oppure in un sorriso fugace ed anche timido. Piccole storie, grandi cose rotolate tra la tavola e le parole tra una forchetta e l’altra…”Vuoi un po’ di vino…e tuo figlio come sta…? E tua mamma…mi spiace…. Anche la mia…”. Tutto condensato e troppo veloce, tutto racchiuso nella stessa cornice e luogo che ha visto passare gli anni migliori della nostra vita…forse, chissà…
Ma certamente un luogo e delle situazioni mai anonime oppure banali; mai prive di un orizzonte anche se, magari, non percepite nel tempo opportuno e, magari, scoperto per caso, in un tempo successivo. Forse in tempo per capire forse tardi per agire e cambiare la rotta. Ma questa è la vita e ieri ne abbiamo avuta la netta rappresentazione e sarebbero state opportune la parole di De Andrè quanto cantava in Giugno 1973è stato meglio lasciarsi che non esserci mai incontrati”. La vita è fatta di incontri e di abbandoni, di storie che si incrociano, si intrecciano e poi si perdono negli anni, nel mutare dei caratteri, nel cambio di una abitazione. Eppure troppo importanti e troppo potenti sono stati quegli incontri, si sono dimostrate quelle esperienze, si sono mischiate quelle realtà per poter solo lontanamente immaginare che l’humus nel quale siamo cresciuti fosse stato incapace di generare “buoni propositi”, buone attenzioni, buon spirito, giusta visione del mondo. Non sempre i propositi sono andati a buon fine, non sempre le attenzioni sono state proficue, non sempre lo spirito ha soffiato nella giusta direzione, non sempre la visione del mondo è stata quella giusta ma, alla fine, lo sguardo del mondo non ci ha cambiato più di tanto e buoni maestri e volonterosi discepoli dimostrano di sapere ancora incontrare la vita sorridendo anche durante le intemperie…

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