La
vicenda della richiesta del nuovo stadio ha catalizzato l’attenzione della
città (e non solo) verso una possibile trasformazione che potrebbe modificare,
in maniera importante, tutta l’area interessata con ovvie ripercussioni sul
futuro del vecchio Meazza. Alla fine, dopo la presentazione dell’idea da parte
di Inter e Milan e lo studio fatto dal Comune di Milano (insieme alla dovuta
Conferenza dei Servizi) nella seduta di consiglio di lunedì 28 Ottobre si è
giunti a una svolta…(?). No, si è giunti a definire una serie di paletti per
comprendere se esiste l’interesse pubblico sull’opera prevista (stadio nuovo +
interventi di varia natura negli ambiti circostanti). Tale interesse sarà
dichiarato dal Sindaco, e dalla Giunta, e poi portato in Consiglio Comunale per
la successiva ratifica e/o modifiche eventualmente necessarie. La
documentazione con la quale i consiglieri si sono confrontati per poter dare un
primo e sommario giudizio è quella sotto indicata:
1. Sintesi del progetto da parte delle squadre proponenti
2. Relazione e risposta sintetica alle richieste di
chiarimento da parte dei consiglieri
3. Relazione del Politecnico di Milano in merito alle
potenzialità dell’attuale stadio
4. Esito della Conferenza dei Servizi indetta dal Comune
di Milano
A
Quanto sopra è necessario aggiungere che il Consiglio Comunale ha recentemente approvato
il nuovo Piano di Governo del Territorio, definendo le linee urbanistiche per
giungere alla riduzione del consumo di suolo, aumento del verde, rigenerazione
urbana, riqualificazione degli edifici. Inoltre è bene sottolineare che la
proprietà dello stadio Giuseppe Meazza è totalmente del Comune di Milano e tale
condizione rende necessario ogni sforzo per salvaguardare il valore un bene
pubblico sia sotto l’aspetto economico che iconico. Tra l’altro proprio per lo
stadio la Soprintendenza ha segnalato la sussistenza di vincoli storico-architettonici.
In sovrappiù il dossier di candidatura per le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026
prevede che la cerimonia di apertura della manifestazione avvenga nello Stadio “Giuseppe
Meazza”.
Ovviamente,
per chi amministra, l’interesse pubblico è connesso alla possibilità di riqualificare
l’area per il vantaggio della città e non certo per l’esclusivo tornaconto
delle squadre. Per questa ragione si sono approfonditi i temi espressi dalle
squadre rilevando molte criticità tra le quali si sottolineano quelle che si
ritengono più importanti che sono:
1. L’importanza della variante urbanistica con indici di
edificabilità quasi doppi rispetti a quelli consentiti dal Piano di Governo del
Territorio
2. La tipologia dei servizi immaginati ritenuti non
strettamente indispensabili per il comparto urbanistico e residenziale locale
3. La non totale chiarezza, per mancanza di alcuni non
secondari dettagli, del Piano Economico Finanziario presentato che non
garantivano completezza informativa
4. La tipologia dell’impatto sul territorio in termini
ambientali, sociali, occupazionali ed economici unitamente al tempo previsto di
durata concessione (90 anni).
5. La centralità dell’Amministrazione Comunale nel
guidare la trasformazione urbanistica
Da
tutte le sopradescritte premesse, dopo una interessante, seria, esaustiva
discussione, il Consiglio Comunale ha presentato e votato un Ordine del Giorno
proposto dalla maggioranza affinchè sia dato mandato al Sindaco ed alla Giunta
di operare, raccogliendo gli elementi necessari e instaurando le dovute
interlocuzioni con le squadre (ma anche con tutti i soggetti portatori di
interesse, per giungere alla decisione
di dichiarare (o meno) di pubblico interesse l’ipotesi della trasformazione
dell’area presentata dalle squadre e dalle rispettive proprietà.
Però…Prima
di giungere a una tale decisione (che possiamo definire epocale rispetto al
futuro del comparto di San Siro, anche in virtù del rapporto storico-sociale
dello stadio con la città), l’Ordine del Giorno citato ha voluto mettere dei
paletti importanti al fine di iniziare la trattativa indicando ai proponenti
quali i punti fermi dell’Amministrazione Comunale. Questi punti possono essere
così riassunti:
1. Necessità di ricevere il progetto dettagliato da parte
delle squadre.
2. Declinare il progetto con quanto indicato nel PGT
appena approvato che vuole ridurre il costruibile per valorizzare la
diminuzione dell’impatto ambientale.
3. Immaginare
la realizzazione di una cittadella di sport rafforzando la vocazione sportiva
dell’area.
4. Incrementare il verde pubblico in maniera consistente.
5. Riduzione dell’insediamento urbanistico previsto dal
progetto.
6. Superamento dell’ipotesi di abbattimento dello stadio
Meazza e sua rifunzionalizzazione per servizi di varia natura, mettendo al
primo posto l’aspetto sportivo.
7. Verifica dettagliata del piano finanziario previsto
dalle squadre con adeguate garanzie economiche in favore del Comune di Milano
anche per preservarsi da qualunque possibile problema in corso d’opera da parte
delle squadre.
8. Riduzione
del tempo della concessione con canone coerente
rispetto alla durata della concessione e alla struttura economica del progetto;
9. Evidenza e trasparenza circa i titolari effettivi
delle società che andranno ad intestarsi la concessione.
10. Definizione di un piano di interventi sull’area circostante
considerando, in particolare l’incremento della disponibilità in abitativa, di
servizi pubblici, di servizi mobilità e trasporti, di verde fruibile
11. Costante
e fattivo coinvolgimento del Comune di Milano per lo sviluppo del progetto
12. Garanzia sul mantenimento della natura popolare di
accesso allo stadio.
13. Mantenimento della funzione musicale ricreativa e di
intrattenimento.
14. Connessione l’area di San Siro ai sistemi di grandi
aree verdi limitrofe (Trenno, Piazza d’Armi, Parco delle Cave, Bosco in Città,
Figino) e ai quartieri circostanti (attuali e futuri)
15.
Ascolto del
quartiere per la definizione delle trasformazioni dell’area.
Quelle che sono state elencate sono
tutte attività che devono essere messe sul tavolo della trattativa con le
squadre. Senza preconcetti ma con la consapevolezza che è importante che la
pianificazione venga contrattata e concordata tra le parti senza che le società
di calcio possano sentirsi forti oltre il lecito di diritti immaginati ma non
concreti. Certamente la presenza delle squadre di calcio cittadine fa giungere
l’eco della presenza di Milano in tutto il mondo e questo è molto importante al
fine di avere visibilità nello sport più popolare in assoluto. Uno sport che ha
aggregato i sogni di generazioni che anche attraverso la narrazione della
storia del calcio ha potuto “alleviare” qualche pensa personale o collettiva. Ma
quello che l’amministrazione comunale deve garantire è il bene comune e una
trasformazione dell’area che sia coerente con il benessere di tutti e con la
valorizzazione dell’area affinchè quella che oggi è, oggettivamente, una
cattedrale nel deserto, possa vivere come una normale piazza cittadina nella
vita quotidiana. Il Consiglio Comunale, quindi, ha posto dei paletti perché la
discussione tra le parti sia chiara, trasparente e proficua. Le ventilate
“minacce” delle squadre di trasferirsi, calcisticamente, a Sesto San Giovanni,
è certamente da non sottovalutare ma, al contempo, difficile da immaginare
anche se oggi tutto è possibile…Comunque ora si apre davvero il percorso…
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