martedì 12 novembre 2019

Nuovo stadio, vecchio stadio…la storia continua…


La vicenda della richiesta del nuovo stadio ha catalizzato l’attenzione della città (e non solo) verso una possibile trasformazione che potrebbe modificare, in maniera importante, tutta l’area interessata con ovvie ripercussioni sul futuro del vecchio Meazza. Alla fine, dopo la presentazione dell’idea da parte di Inter e Milan e lo studio fatto dal Comune di Milano (insieme alla dovuta Conferenza dei Servizi) nella seduta di consiglio di lunedì 28 Ottobre si è giunti a una svolta…(?). No, si è giunti a definire una serie di paletti per comprendere se esiste l’interesse pubblico sull’opera prevista (stadio nuovo + interventi di varia natura negli ambiti circostanti). Tale interesse sarà dichiarato dal Sindaco, e dalla Giunta, e poi portato in Consiglio Comunale per la successiva ratifica e/o modifiche eventualmente necessarie. La documentazione con la quale i consiglieri si sono confrontati per poter dare un primo e sommario giudizio è quella sotto indicata: 

1.       Sintesi del progetto da parte delle squadre proponenti
2.      Relazione e risposta sintetica alle richieste di chiarimento da parte dei consiglieri
3.      Relazione del Politecnico di Milano in merito alle potenzialità dell’attuale stadio
4.      Esito della Conferenza dei Servizi indetta dal Comune di Milano

A Quanto sopra è necessario aggiungere che il Consiglio Comunale ha recentemente approvato il nuovo Piano di Governo del Territorio, definendo le linee urbanistiche per giungere alla riduzione del consumo di suolo, aumento del verde, rigenerazione urbana, riqualificazione degli edifici. Inoltre è bene sottolineare che la proprietà dello stadio Giuseppe Meazza è totalmente del Comune di Milano e tale condizione rende necessario ogni sforzo per salvaguardare il valore un bene pubblico sia sotto l’aspetto economico che iconico. Tra l’altro proprio per lo stadio la Soprintendenza ha segnalato la sussistenza di vincoli storico-architettonici. In sovrappiù il dossier di candidatura per le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 prevede che la cerimonia di apertura della manifestazione avvenga nello Stadio “Giuseppe Meazza”.

Ovviamente, per chi amministra, l’interesse pubblico è connesso alla possibilità di riqualificare l’area per il vantaggio della città e non certo per l’esclusivo tornaconto delle squadre. Per questa ragione si sono approfonditi i temi espressi dalle squadre rilevando molte criticità tra le quali si sottolineano quelle che si ritengono più importanti che sono:

1.       L’importanza della variante urbanistica con indici di edificabilità quasi doppi rispetti a quelli consentiti dal Piano di Governo del Territorio
2.      La tipologia dei servizi immaginati ritenuti non strettamente indispensabili per il comparto urbanistico e residenziale locale
3.      La non totale chiarezza, per mancanza di alcuni non secondari dettagli, del Piano Economico Finanziario presentato che non garantivano completezza informativa
4.      La tipologia dell’impatto sul territorio in termini ambientali, sociali, occupazionali ed economici unitamente al tempo previsto di durata concessione (90 anni).
5.      La centralità dell’Amministrazione Comunale nel guidare la trasformazione urbanistica

Da tutte le sopradescritte premesse, dopo una interessante, seria, esaustiva discussione, il Consiglio Comunale ha presentato e votato un Ordine del Giorno proposto dalla maggioranza affinchè sia dato mandato al Sindaco ed alla Giunta di operare, raccogliendo gli elementi necessari e instaurando le dovute interlocuzioni con le squadre (ma anche con tutti i soggetti portatori di interesse,  per giungere alla decisione di dichiarare (o meno) di pubblico interesse l’ipotesi della trasformazione dell’area presentata dalle squadre e dalle rispettive proprietà.

Però…Prima di giungere a una tale decisione (che possiamo definire epocale rispetto al futuro del comparto di San Siro, anche in virtù del rapporto storico-sociale dello stadio con la città), l’Ordine del Giorno citato ha voluto mettere dei paletti importanti al fine di iniziare la trattativa indicando ai proponenti quali i punti fermi dell’Amministrazione Comunale. Questi punti possono essere così riassunti:

1.       Necessità di ricevere il progetto dettagliato da parte delle squadre.
2.      Declinare il progetto con quanto indicato nel PGT appena approvato che vuole ridurre il costruibile per valorizzare la diminuzione dell’impatto ambientale.
3.      Immaginare la realizzazione di una cittadella di sport rafforzando la vocazione sportiva dell’area.
4.      Incrementare il verde pubblico in maniera consistente.
5.      Riduzione dell’insediamento urbanistico previsto dal progetto.  
6.      Superamento dell’ipotesi di abbattimento dello stadio Meazza e sua rifunzionalizzazione per servizi di varia natura, mettendo al primo posto l’aspetto sportivo.
7.      Verifica dettagliata del piano finanziario previsto dalle squadre con adeguate garanzie economiche in favore del Comune di Milano anche per preservarsi da qualunque possibile problema in corso d’opera da parte delle squadre.
8.     Riduzione del tempo della concessione con canone coerente rispetto alla durata della concessione e alla struttura economica del progetto;
9.      Evidenza e trasparenza circa i titolari effettivi delle società che andranno ad intestarsi la concessione.
10.  Definizione di un piano di interventi sull’area circostante considerando, in particolare l’incremento della disponibilità in abitativa, di servizi pubblici, di servizi mobilità e trasporti, di verde fruibile
11.   Costante e fattivo coinvolgimento del Comune di Milano per lo sviluppo del progetto
12.  Garanzia sul mantenimento della natura popolare di accesso allo stadio.
13.  Mantenimento della funzione musicale ricreativa e di intrattenimento.
14.  Connessione l’area di San Siro ai sistemi di grandi aree verdi limitrofe (Trenno, Piazza d’Armi, Parco delle Cave, Bosco in Città, Figino) e ai quartieri circostanti (attuali e futuri)
15.  Ascolto del quartiere per la definizione delle trasformazioni dell’area.


Quelle che sono state elencate sono tutte attività che devono essere messe sul tavolo della trattativa con le squadre. Senza preconcetti ma con la consapevolezza che è importante che la pianificazione venga contrattata e concordata tra le parti senza che le società di calcio possano sentirsi forti oltre il lecito di diritti immaginati ma non concreti. Certamente la presenza delle squadre di calcio cittadine fa giungere l’eco della presenza di Milano in tutto il mondo e questo è molto importante al fine di avere visibilità nello sport più popolare in assoluto. Uno sport che ha aggregato i sogni di generazioni che anche attraverso la narrazione della storia del calcio ha potuto “alleviare” qualche pensa personale o collettiva. Ma quello che l’amministrazione comunale deve garantire è il bene comune e una trasformazione dell’area che sia coerente con il benessere di tutti e con la valorizzazione dell’area affinchè quella che oggi è, oggettivamente, una cattedrale nel deserto, possa vivere come una normale piazza cittadina nella vita quotidiana. Il Consiglio Comunale, quindi, ha posto dei paletti perché la discussione tra le parti sia chiara, trasparente e proficua. Le ventilate “minacce” delle squadre di trasferirsi, calcisticamente, a Sesto San Giovanni, è certamente da non sottovalutare ma, al contempo, difficile da immaginare anche se oggi tutto è possibile…Comunque ora si apre davvero il percorso…

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