Bettino Craxi….Milano ha altre priorità.
Il
centro destra ha nuovamente cercato di elevare la figura politica di Bettino
Craxi a quella di un grande statista a cui Milano dovrebbe riconoscere
una intitolazione o, almeno, una targa che ricordi d’essere stato il primo
Presidente del Consiglio milanese. Ovviamente, poi, uno dei punti centrali del
dibattito da parte del centrodestra è stata l’assenza del Sindaco che,
certamente, aveva di meglio da fare. Il continuo ritornare sul tema
dell’intitolazione, dimenticando condanne passate in giudicato ed altre
prescritte a causa della sua scomparsa, sono il sintomo sia della mancanza, nel
centrodestra, di un politico di riferimento (certamente Craxi è da considerarsi
politicamente superiore a Salvini ed altri politici post prima Repubblica) sia
che “riabilitando”, oggi, Craxi si aprono le porte, domani, per riabilitare
altri condannati per malefatte varie. Inoltre, è da fantascienza sentire ancora
del complotto che indica gli USA e il vecchio PCI uniti contro Craxi: significa
che gli argomenti sono scarsi e che deve esserci sempre un “puparo” a manovrare
tutta la politica italiana. Craxi è stato, certamente, un politico di rango ma,
ad un certo punto della sua vita, l’ossessione di non riuscire ad essere egemone
sul PCI lo ha perduto: politicamente e personalmente con la disponibilità di
beni “impropri” (come accertato dalla magistratura). La sua condotta politica e
personale ha distrutto il PSI facendo trasmigrare molti nuovi adepti del
Partito che fu di Turati, Nenni, Pertini e tanti altri, a Forza Italia che, di
sinistra, proprio, non possiede nulla…(come da sempre ben spiegato da
Berlusconi).
Se
proprio dobbiamo ricordare che, agli esordi istituzionali è stato consigliere e
assessore comunale a Milano, mi viene spontaneo pensare alla figura di un altro
consigliere comunale: quella di un “Valoroso combattente
garibaldino, lottò strenuamente in Spagna per la causa della libertà e della
democrazia riportando tre gravi ferite. Il movimento di ribellione alla tirannide
nazifascista lo trovò ancora, ardito ed instancabile partigiano, al suo posto
di lotta e di onore…”: si chiamava Giovanni Pesce, medaglia d’oro al valore
militare.
Novità per gli Ospedali San Carlo e San Paolo.
Dopo l’impossibilità di utilizzare l’area di Ronchetto sul
Naviglio per l’edificazione di un nuovo Ospedale in “sostituzione” degli
Ospedali San Carlo e San Paolo. Appare oggi una differente possibilità e
disponibilità da parte di Regione Lombardia per affiancare alle attuali
strutture ospedaliere due nuove costruzioni ipotizzando la parte per le
malattie acute nei pressi del San Carlo e le attività ambulatoriali e per la
cronicità nei pressi del San Paolo. E’ un passo in avanti rispetto al previsto
“abbandono” delle due attuali strutture ospedaliere ma per poter dire che è
anche un buon passo avanti, è necessario avere chiare le problematiche
sanitarie delle popolazioni che afferiscono ai due ospedali (il questionario
predisposto, ad esempio, dal PD del Municipio 7 rende bene l’idea delle
aspettative rispetto al San Carlo). Le nuove strutture devono servire a
migliorare la qualità del servizio dei malati e, pertanto, sarà necessario un
confronto con i territori i suoi bisogni e rappresentanze, le maestranze
ospedaliere, le realtà sindacali per poter capire quali le necessità e come
intervenire per il miglior servizio alla collettività.
Pino Pinelli fa ancora paura...?
La distruzione della lapide che ricorda la figura di Giuseppe
Pinelli, posta nel quartiere San Siro nel Dicembre scorso, rappresenta
plasticamente l'immagine della profonda disperazione da parte di chi o coloro
che hanno compiuto questo gesto. Se è stato un atto vandalico è da considerarsi
vergognoso perchè significa che non c'è rispetto per i defunti. Se si trattasse
di un atto "politico" rappresenterebbe, dopo cinquant'anni, la
dimostrazione che Milano fa bene a mantenersi sempre vigile rispetto ad un
mondo che ritiene di poter ancora rappresentare un pensiero. Che non esiste e
che è stato costantemente sconfitto dalla Storia.
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