martedì 7 luglio 2020

Ringo Starr


E così “l’ultimo arrivato”, ma il più anziano del gruppo, arriva alla fatidica data degli 80 anni. Li avrebbe compiuti, fra tre mesi, anche John Lennon ma il destino ha voluto diversamente e ci manca da 40 anni….Richard Starkey, il batterista che detestava gli assolo…che aveva una Zodiac e, agli occhi di Mc Cartney, era già un adulto. Richard Starkey, che rischiò di morire da bambino e che ebbe lunghe convalescenze che gli fecero perdere la scuola. Richard Starkey, che era un incrocio tra il sorriso costante e lo sguardo pieno di malinconia. Lui, che non era certamente un leader, né ha mai ambito ad esserlo, rappresentava una sorta di collante tra gli ego eccelsi di Lennon & Mc Cartney e gli sguardi “oltre” di Harrison. Certamente Ringo Starr non passerà alla storia per quello che ha scritto e cantato (anche se With a little help from my friends e Yellow Submarine non passeranno mai inosservate all’ascolto…) e la sua carriera solista non è stata ricca di hit, anche se l’album “Photograph” suona bene ancora oggi…. Ma con la sua All Star Band ha attraversato decenni di grande musica e, soprattutto, pace, rilassatezza e divertimento. Ringo Starr è stato il batterista perfetto per il sound dei Beatles e, tra l’altro, era uno dei migliori sulla piazza di Liverpool e come Charlie Watts non è mai stato appariscente ma certamente insostituibile per quello specifico sound. Per non parlare, poi, dell’alchimia che si sprigionava tra i quattro quando erano insieme. 80 anni rappresentano una vita. Li abbiamo amati questi quattro musicisti perché sono stati grandi, perché ci hanno fatto sognare e divertire, perché rappresentavano la libertà e il desiderio di pace (quando iniziarono a suonare “veramente” in fondo dalla fine della guerra erano passati solo 15 anni e la memoria, così come tante restrizioni nella vita quotidiana, erano ancora tante…). Lunga vita Ringo, lunga vita Fab Four…   

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