La Commissione Urbanistica del Comune di Milano il 31 Agosto scorso ha audito l’Ing. Gianni Verga (tra i vari incarichi istituzionali è stato anche Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano e proponente della nota “Legge Verga” del 1986 adottata da Regione Lombardia per il recupero edilizio) e l’Ing. Massimo Roj, del noto studio di architettura “Progetto CMR”. La loro presenza era rivolta alla presentazione di un progetto per il recupero del Quartiere popolare di San Siro. Probabilmente la dizione “progetto” è ardita in quanto si è trattato di una sorta di “suggestione” per richiamare la possibilità di riqualificare questo quartiere in maniera importante, globale e definitiva, riportando alla città uno spazio da troppi anni preda di forti problematiche a discapito, soprattutto, della popolazione residenziale più fragile. Ma la “suggestione” deve ritersi credibile per alcuni soggetti del settore immobiliare e di investimenti in quanto ha ricevuto il sostegno di importanti investitori (Cassa depositi e Prestiti, Cattolica Immobiliare, Assicurazioni Generali, Dea Capital, BNP Paribas, Barings), Associative/Operative (Assolombarda, ANCE, Investimenti Immobiliari Italiani, Aspesi), edili e ingegneristiche (Borio Mangiarotti, Hines, Immobiliare Percassi, Arcadis), Real Estate (Prelios, Amundi). Fondamentalmente lo studio presentato pone la questione della densificazione dei luoghi abitati, sempre nel rispetto delle norme date dal Piano di Governo del Territorio (studio che potrebbe essere replicato anche in quartieri storici come Corvetto, Stadera, Comasina, Quarto Oggiaro etc.), abbattendo i vecchi edifici di cinque piani costruendo delle torri che potrebbero contenere molti più residenti di quelli oggi presenti in un singolo blocco edilizio. Questa operazione, come ben comprensibile, libererebbe ampie porzioni di suolo che verrebbe utilizzato come vedremo in seguito.
Attualmente
la situazione urbanistica è così determinata:
verde
fruibile: 9.250 metri quadrati
superficie
coperta: 81.500 metri quadrati
superficie
costruita: 336.000 metri quadrati
Lo
studio proposto prevederebbe:
verde
fruibile: 100.000 metri quadrati
superficie
coperta: 68.500 metri quadrati
superficie
costruite: 1.000.000 metri quadrati
Quindi
verrebbe a triplicarsi il costruito liberando 107.750 metri quadrati. Un
importante spazio atto ad essere fruito in maniera importante dal punto di
vista ambientale creando spazi oggi non praticabili.
Il
quartiere San Siro, di proprietà e gestione ALER (Regione Lombardia) è
suddiviso in due agglomerati residenziali denominati “Milite Ignoto” e “Baracca”
ed è stato realizzato tra il 1935 e il 1947. E’ composto da 6.110 alloggi (di
cui circa 600 occupati abusivamente) e comprende circa 20.000 residenti di cui
circa il 45 % composto da immigrati e vede la presenza di molti minori. La
superficie lorda di edificato è di 336.000 metri quadrati. Il quartiere venne a
suo tempo realizzato per sopperire alla carenza di abitazioni per i ceti
popolari. La sua costruzione fu interrotta dalla guerra oltre mentre alcune
delle residenze già approntate vennero colpite dai bombardamenti. Il quartiere,
purtroppo, venne concepito e costruito considerando alloggi con metrature
limitate e privo dei necessari servizi pubblici necessari per una buona
autonomi e qualità dell’abitare dei residenti. Gli stessi appartamenti vennero
concepiti con dimensioni ridotte contemplando una superficie massima di 55 mq.
Si tratta, in sintesi, di un quartiere “vetusto” a cui si è cercato di dare una
nuova vita intervenendo su alcuni caseggiati con il Contratto di Quartiere ma i
risultati non sono stati all’altezza delle aspettative per svariati motivi. Al
suo degrado contribuiscono vari elementi tra i quali le occupazioni abusive,
endemiche, ne sono la causa principale.
Allo
stato attuale parrebbe che il quartiere non avrebbe possibilità di recupero se
non che è interessante riflettere sul fatto che è posta in una posizione
strategica data, tra le altre dalla vicinanza della fermata M5 di Segesta, dalla
breve distanza da City Life (circa 700 metri in linea d’aria), alla distanza di
soli 650 metri dalla fermata M1 Gambara e dal futuro insediamento residenziale
in affitto nell’area oggi con la presenza dell’Ippodromo del Trotto.
Nello studio viene proposto un mix funzionale dell’abitare
composto da Edilizia Residenziale Sociale, Edilizia Residenziale Pubblica, Residenza
libera, studentato, ostello, spazi comuni per varie attività. Unitamente alla
parte residenziale si propone anche un mix di servizi composto, tra gli altri,
da negozi di vicinato, mercato rionale, laboratori di artigianato ed arte, medie
superfici di vendita. Per poter reggere questa radicale trasformazione si renderebbe, quindi, necessaria la densificazione dell’abitato,
al fine di ridurre il consumo di suolo creando, così, nuove aree verdi,
razionalizzando e migliorando la circolazione in particolare per favorire il
trasporto pubblico. Ciò porterebbe anche alla creazione di spazi pedonali
adeguati e in sicurezza, la creazione di infrastrutture digitali (wi-fi), la
creazione di un migliore microclima con l’incremento del verde pubblico, la
creazione di aree gioco oggi carenti, la possibilità di insediare verde
produttivo (orti urbani), palestre all’aperto e percorsi vita. Oltre a quanto
sopra sarebbe possibile immaginare l’inserimento di uffici, co-working,
strutture ricettive (alberghi) oltre ai necessari servizi di supporto sociale,
sanitario, educativo e di natura culturale (biblioteca ad esempio) e di
intrattenimento.
Ripetiamo,
per migliore comprensione: si tratta di uno studio, seppure molto attendibile
visto i soggetti coinvolti. Uno studio che prende spunto da interventi simili
eseguiti in altre città europee (come Parigi ed Amburgo, ad esempio) che hanno
trasformato in positivo quei tessuti urbani che necessitavano risanamento urbanistico
e di vita sociale. Chi conosce il quartiere San Siro sa bene la situazione di
degrado che alcuni dei suoi ambiti trasferiscono al contesto generale
dell’abito e dell’abitare creando forti condizioni di disagio e, anche, di
malessere esistenziale a molti, la maggioranza, dei residenti. Situazione che è
facile raccontare ma devastante da vivere. Possiamo pertanto dire che lo studio
è interessante e importante e che vale la pena seguire con grande attenzione e
partecipazione.
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