Quando vieni a sapere che una persona che stimi ha lasciato questo mondo, la prima reazione è che si tratti di una notizia ma che non sia vera.
Immagini subito il suo volto, l’espressione,
lo sguardo, il sorriso e, nuovamente, pensi che non può essere un fatto reale.
Ma sei bene che, purtroppo, non si tratta di un sogno (anche se tante volte è
capitato di sognare di eventi luttuosi fortunatamente irreali) e che non ci
sarà nessun risveglio.
E’ tutto terribilmente reale.
Puoi inveire e pensar male
del fato, del destino, di ogni cosa o “persona” che ritieni non abbia fatto
quello che doveva…ma sai che niente e nessuno restituirà la vita a quella
persona. La metti nel novero di coloro che non vedrai più e rifletti. Rifletti
sul fatto che non potrai più avere il suo supporto, che non potrai più
chiamarlo, che non gli farai più gli auguri di Natale e di Pasqua, che non lo
incontrerai più.
Ovviamente tutto viceversa.
Lui non ti chiamerà più, non ti
incontrerà più…E’ una comunicazione che si interrompe e conclude una storia. E
certe assenze lo sai che pesano, lo sai che peseranno, che andare in un luogo,
ad esempio, non sarà più la stessa cosa. Perché potrai andare nel posto in cui
era possibile incontrarsi e lo cercherai con lo sguardo ma non lo troverai.
Troverai altre persone, altri sguardi, tutti altrettanto cordiali e cortesi, ma
non proprio quello. Lo sai che si tratta della vita che contempla anche la
morte ma non lo metti mai in conto, perché la vita, il suo desiderio, la sua
spinta è sopra ogni altra cosa. Non sarà più come prima. Come accaduto in
altre, tante, ormai troppe occasioni. Ma questo è il frutto degli anni che
corrono, del tempo che scorre e delle sue linee che si accorciano sempre di
più. Non ci si può fare niente, è ineluttabile, è parte del mistero in cui, ci
si creda o no, siamo coinvolti e contenuti. Però non finisce qui…
Percepiamo che il tempo
trascorso, quello che si è manifestato, le azioni compiute, l’entusiasmo
diffuso, il lavoro svolto, l’esempio dato, il valore trasmesso, sarà sempre
davanti ad ogni giudizio. Percepiamo che la vita, la storia, i passi di
ciascuno di noi non si perderanno almeno fino a quando qualcuno, anche solo
uno, potrà testimoniare di ciascuno il valore di quella persona, il bene
compiuto, il dovere portato a termine, la fatica del lavoro come dono per la
famiglia, il disinteresse per quanto di possibile utilità personale,
l’accettazione di ruoli di gestione del servizio a vantaggio di tutti. Si
arriva, non si sa bene da dove, come e perché. Si cerca di capirlo nel corso
del tempo che ci è dato vivere. Si abbandona questo tempo e questa terra a
volte rapidamente, a volte a tempo debito, a volte con la giusta lentezza,
altre volte ingiustamente e con tanto dolore, mentre non tutto ciò che si
intendeva fare è andato a compimento. Ma ciascuno, poi, se ne ha il tempo, si
guarda “dentro” e ha la consapevolezza di ciò che è, di quello che gli altri
immaginano che sia. E se il tempo lo consente si ha, magari, anche il tempo di
ringraziare ciò che si è stati. E chi rimane deve avere buona memoria per non
perdere il contatto da chi non si vedrà più fisicamente ma solo perché ha
superato una soglia con il corpo. Perché lo spirito, quello degli uomini buoni,
quello rimane e continua ad operare…
Ciao Battista, lo sappiamo che se
vorremo trovare tue tracce dovremo percorrere il sentiero che da un forno porta
a una cava…e viceversa…
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