venerdì 14 gennaio 2022

Stadio Meazza...quale futuro...?

 

Stadio nuovo a San Siro. La gente “mormora…”

La questione che riguarda il futuro dello stadio Meazza e di tutta l’area circostante è all’attenzione della cittadinanza da ormai due anni e, complice la pandemia, non è proseguita come probabilmente si attendevano le società calcistiche. In breve, possiamo dire che entrambe le società che utilizzano il Meazza (a seguito di un accordo sottoscritto nel 2000 con il Comune di Milano e che vedrà la sua scadenza nel 2030), hanno ritenuto che questo stadio non sia più adeguato per i loro obbiettivi non solo sportivi ma, fondamentalmente, di gestione dei bilanci societari. Già, perché il calcio moderno è soprattutto gestione di affari, scambio di calciatori, bilanci, vendita di diritti pubblicitari, di materiale vario (gadget, bandiere, magliette, etc.). E’ ormai, da anni, un grande giro di soldi per calciatori, procuratori pubblicità di varia natura e così via dove i tifosi sono, fondamentalmente lo strumento per i ricavi…

Premesso che prendere decisioni su temi complessi e potenzialmente divisivi non è come raccontarsela al bar, prendo spunto dalla nuova delibera che la Giunta di Milano ha predisposto sul tema del proseguimento del processo amministrativo per giungere al possibile benestare alla costruzione del nuovo stadio (con abbattimento di una rilevante porzione del Meazza) nella quale si indica l’interesse pubblico dell’intervento. Che, è bene ricordare, riguarda l’utilizzo di aree di proprietà pubblica e del bene pubblico stadio Meazza. Questo non significa che lo stadio nuovo si farà sicuramente ma che si è aperto il processo tecnico, giuridico e istituzionale per capire se la proposta (proposta, non progetto, almeno per il momento) possiede i presupposti per proseguire nella discussione tra l’Amministrazione Comunale e le squadre milanesi. Certamente un indirizzo all’operazione è dato ma, ad ogni buon conto, il processo non finisce certamente con questa delibera ma proseguirà con tutte le eventuali condizioni che verranno espresse dalle parti considerando, comunque che il Meazza ospiterà l’apertura dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026.

Ma non sono solamente i soggetti privati e quelli istituzionali a giocare questa partita in quanto esiste anche una parte di città che è molto critica verso questo progetto (ricordo, ad esempio, il Comitato SI Meazza e il Comitato Verde San Siro) che hanno già posto in essere varie iniziative critiche e puntuali sul tema con ricorso al TAR). Comunque, al fine di proporre un ragionamento ponderato e non da “tifoso”, ho ritenuto opportuno fare alcune puntualizzazioni sull’argomento (ribadendo, con ciò, la mia contrarietà a questo progetto) partendo dalla delibera di Giunta Comunale n° 1379 del 5 Novembre scorso che, ricordo riassumendo, ha come base:

1.      Richiesta della costruzione di un nuovo stadio da 65.000 posti e servizi interni.

2.     Richiesta di riconversione dello stadio Meazza

3.     Utilizzo di quanto al punto 2) la messa in opera di strutture di intrattenimento e di spazi attrezzati per sport olimpici.

4.     Costruzione, nell’area adiacente il nuovo stadio di un hotel, un edificio per uffici, una struttura di vendita (centro commerciale).

5.     Il costo previsto per la costruzione dello stadio è stimato in 650 milioni di euro e tutto il resto delle attività (abbattimento Meazza e costruzione delle nuove infrastrutture) è stimato in circa 600 milioni di euro.  

Questa delibera succede alla precedente di Giunta Comunale n° 1905 del 8 Novembre 2019 che apriva alla dichiarazione di pubblico interesse da parte del Comune rispetto all’intenzione delle squadre di costruire il nuovo stadio dismettendo il Meazza. Un passaggio importante, questo, in quanto si posero paletti precisi alle squadre che avevano espresso intenzioni edificatori superiori a quanto previsto dal Piano di Governo del Territorio rispetto agli interventi “accessori” sull’area in aggiunta allo stadio nuovo.     

Dati gli elementi di cui sopra, cerchiamo di capire se, in effetti, il ragionamento svolto dalle squadre è logico, fattibile, “spendibile” rispetto alle loro esigenze così come al reale ritorno economico per le stesse.  Oltre che per l’interesse pubblico dato dalla proprietà comunale dell’area in questione.      

1.      Le squadre vogliono giocare in uno stadio di loro proprietà. Ma non sarà tecnicamente così perché lo stadio diventerà proprietà del Comune dopo 90 anni dalla concessione del diritto di superficie. Inoltre, per l’uso delle superfici in concessione le squadre dovranno pagare un canone di 2,7 milioni di euro annui per 90 anni. Quindi lo stadio di proprietà non esiste ma, nel caso, si costruirà uno stadio costruito su un’area data in concessione dal Comune.

2.     L’area dello stadio Meazza verrebbe rifunzionalizzata per attività sportive a fruizione pubblica e per utilizzi di intrattenimento. In parte la fruizione sportiva sarebbe gratuita in parte a pagamento. Per la parte intrattenimento tutto sarebbe a pagamento. Si tratterebbe di strutture da inserire nel Meazza ridotto, si presume, a circa un quarto della sua attuale dimensione. Non abbiamo, al momento, dettagli maggiori per giungere ad una valutazione corretta della proposta.

3.     Le attrezzature di cui al punto precedente, di circa 46 mila mq., non dovrebbero concorrere al computo complessivo della superficie da considerare all’interno di quella totale prevista per la cosiddetta Grande Funzione Urbana nell’area la quale, ha indice di edificabilità 0,35 mq./mq. Valore che è quello sancito dal Piano di Governo del Territorio (le squadre, all’inizio, volevano indica di 0.67 mq/mq.) come votato dal Consiglio Comunale di Milano nell’ottobre del 2018. Ma così saremmo intorno a 0,51 mq/mq.

4.     Con i 46 mila mq. aggiuntivi richiesti, il relativo indice di edificabilità cambierebbe. Sono inoltre previsti altri 8.000 mq. di edificazione convenzionata con il Comune che non entrerebbero nel computo della superficie totale utilizzabile in funzione dell’indice di edificabilità previsto.  Non è chiara, al momento, la funzione di questi ulteriori metri quadrati inseriti nel contesto dell’intervento. 

5.     La prevista connessione con le altre aree verdi presenti nell’area, così come immaginata dalla proposta, si può mettere in opera anche al di là della costruzione del nuovo stadio.    

6.     Le squadre non vogliono ristrutturare il Meazza in quanto non ritengono che quello stadio abbia un futuro. Però, a parte questa motivazione personalistica, mancano riscontri strettamente tecnici che possano motivare tale rifiuto né mai vi è stato un confronto tra le squadre, i proponenti il progetto alternativo ed il Comune al fine di valutare, con scrupolo, attenzione e senso critico, la proposta di salvataggio del Meazza.   

7.     In una audizione in commissione congiunta Sport-Demanio-Urbanistica, il Rettore del Politecnico presentò alcune indicazioni sulle “qualità” e remunerazione dei nuovi stadi in Europa. Però, come al punto 7), una analisi approfondita dell’eventuale riqualificazione del Meazza, da allinearsi al nuovo progetto, non risulterebbe essere mai stata presa in considerazione al fine di evidenziarne eventuali punti attrattivi e/0 di forza. Questo in quanto le squadre, come già segnalato, hanno escluso, a priori, la riqualificazione del Meazza.      

8.     La soprintendenza esclude lo stadio Meazza dalla tutela architettonica mentre, ad esempio, la mantiene per un rudere ormai sempre più fatiscente qual’è l’immobile dell’ex Istituto Marchiondi, a Baggio (chi scrive ne ha chiesto la cancellazione nel gennaio 2019 per poter così abbattere l’edificio). Il punto 5) della relazione allegata alla delibera, segnala che la Soprintendenza reputa che le stratificazioni costruttive dello stadio siano un elemento negativo per l’apposizione del vincolo in quanto l’ultimo intervento (il terzo anello) e avvenuto solo trent’anni fa. Mi viene da ricordare che anche il Duomo di Milano è stato costruito in maniera stratificata…E’ una provocazione, certo, perché si tratta di ambiti totalmente differenti, però il concetto di fondo per una riflessione critica, rimane…Anche in considerazione che il Meazza, interessi o meno il calcio, è considerato, comunque, una sorta di monumento non solo per i milanesi….

9.     L’abbattimento parziale e la rifunzionalizzazione del Meazza avrebbe un costo di circa 80 milioni di euro. Probabilmente la sua riqualificazione costerebbe 4 volte tanto ma con una vita residua altrettanto lunga quanto quella del nuovo stadio. E si eviterebbero un mare di problemi…oltre che a non utilizzare lo spazio previsto con il nuovo stadio.

10.  L’abbattimento per tre quarti del Meazza e lo scavo per la costruzione del nuovo stadio (che sarebbe in larga parte interrato) porterebbe ad una grave condizione di problematiche ambientali, che si protrarrebbero per anni, cui si aggiungerebbe la parte extra stadio prevista dalle squadre (Hotel, uffici, centro commerciale).

11.   Lo stadio Meazza ha ospitato nel 2016 la finale di Champions League e nel 2021 Italia-Spagna. Quindi è pienamente incluso nei criteri UEFA di qualità e sicurezza. L’inadeguatezza del Meazza ventilata dalle squadre, quindi, è alquanto aleatoria e molto “personale” da parte, ovviamente, delle squadre. Certo, ci sono aspetti da migliorare ma ciò è possibile. Basta volerlo fare…

12.  Il terzo anello, che all’epoca era imprescindibile per la grande stagione del calcio futuro, almeno così si pensava, è costato 180 miliardi di vecchie lire. Nel corso di questi 30 anni tanti altri sono stati gli interventi onerosi per aggiornare lo stadio e renderlo sempre più moderno e adeguato alle norme di sicurezza e dell’UEFA. Quindi se, come dice qualcuno, non si può vincolare un manufatto il cui ultimo aggiornamento risale a soli 30 anni fa, non capisco come si possa immaginare di abbattere un manufatto di…soli 30 anni fa…  

13.   Tra gli interventi accessori che darebbero lustro all’intervento, si indicano la riqualificazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica presente nell’area ma senza indicare come, con quali importi e con quale modalità visto che le proprietà dell’ERP del quartiere San Siro sono di ALER (Regione Lombardia) e non del Comune di Milano. Quindi o si fa un accordo di programma tra Comune e ALER oppure l’operazione non si può fare. Ma anche con un accordo tra le parti gli interventi non sarebbero così scontati considerando che il quartiere è stato oggetto, negli anni scorsi, di un intervento di riqualificazione in alcuni palazzi ma che, comunque, gli immobili sono della metà degli anni ’30 e nati molto…spartani…Oltre ai problemi sociali e di occupazioni abusive (circa 800….).   

14.  Si parla, nella proposta delle squadre, di un aumento di dotazione di servizi pubblici, ma non si capisce di quali natura siano questi servizi e se questi sarebbero i servizi sportivi, di intrattenimento, la funzione commerciale, gli uffici e quant’altro previsto nell’intervento accessorio di natura immobiliare. In tal caso si tratterebbe di una fuorviante ridondanza.

15.  Si parla anche di prevedere un incremento di trasporto pubblico. Però mi chiedo se con una linea tranviaria operante, i bus che passano accanto allo stadio, la M5 lì presente, quali mezzi, e per quale funzione, si dovrebbero aggiungere a quanto abbondantemente già presente.

16.  Si parla di dotazione di nuovo verde pubblico che si sovrapporrebbe, in sottrazione, a quello che andrebbe perso con l’eliminazione del giardino dei Capitani e, inoltre, pare di capire, che vi sarebbe l’ipotesi di stratificare il verde in altezza e non solo in estensione. Comunque, al momento, la questione sul tema della composizione del verde pubblico in loco è alquanto nebulosa e non dà garanzie rispetto a quanto auspicato in un’area così particolare.

17.  L’obbiettivo di rigenerazione urbana dell’area potrebbe essere conseguito anche con la concessione dell’area interessata alle funzioni accessorie (ridotta in funzione dell’importo investito per la riqualificazione dello stadio Meazza) senza dovere procedere alla costruzione del nuovo stadio. Cioè, si spende la metà e si costruisce la metà. Questo salverebbe un’area che potrebbe essere utilizzata per il verde pubblico e per servizi accessori allo stadio ma con un impatto urbanistico certamente inferiore a quanto ora previsto.  

18.  L’ERP interessato, di cui abbiamo detto al punto 13), potrebbe essere completamente riqualificato, a tappe, attraverso, per esempio, l’intervento congiunto dei vari soggetti che hanno già presentato alla commissione urbanistica del Comune nel 2020 una proposta in tal senso. Un progetto autonomo che non coinvolgerebbe l’area dello stadio e che camminerebbe su un percorso completamente differente. Abbattimenti di immobili vetusti e costruzione di nuovi edifici in altezza con recupero di verde e spazi dedicati a reali servizi per la cittadinanza.

19.   Che sia garantita la fruizione popolare allo stadio mi viene difficile da credere. 60.000 spettatori quelli che vi entreranno: 40.000 è la media degli abbonati per ciascuna squadra. 12.000 i posti VIP (quelli per i “sciuri” e le aziende). Rimarrebbero solo 8.000 posti. 3.000 non li vogliamo dare agli ospiti? Per i tifosi delle milanesi ne rimarrebbero solo 5.000. Ma a che prezzo? Probabilmente alto, come già si è tentato di fare con partite di Coppa (il Milan) e come avviene, da tempo, a Torino.

20. Essendo il tutto in fase di proposta, non è pienamente definito, al momento, in maniera esaustivo il Piano Economico Finanziario da parte delle squadre. Un documento fondamentale per poter capire quali le leve economiche a sostegno del progetto.

21.  Non è chiaro quale sarà l’intenzione delle squadre alla ricezione dell’eventuale permesso a costruire per la trasformazione del comparto urbanistico. Le proprietà lo venderanno a qualche importante immobiliare che lo utilizzerebbe per una sua “partita” scollegata dal progetto del nuovo stadio? Sarebbe importante sapere in anticipo quali sono le loro intenzioni a riguardo.

22.  Ad oggi non è pienamente chiaro chi sia il titolare effettivo di ciascuna delle sqaudre. Questo non va bene e dovrebbe essere il primo punto di discussione da affrontare tra le parti. Non si dovrebbe discutere con chi non è possibile identificare, in maniera univoca, come reale proprietario delle società. E non si dovrebbe nemmeno discutere con chi ha la sede della società eventualmente in qualche paradiso fiscale.  

23.  Perché non pensare di inserire, in un eventuale futuro accordo, un vincolo per mantenere le attuali proprietà delle squadre per almeno 15 anni dopo l’inaugurazione del nuovo stadio, qualora lo si costruisse?

24. Non si parla della lettura del nuovo territorio che verrebbe a configurarsi dopo l’eventuale rifunzionalizzazione dello stadio Meazza rispetto all’intervento dell’area ex ippodromo del trotto e della Piazza D’Armi, quasi fossero mondi completamente separati tra loro mentre sono fortemente interconnessi. Questo non va bene perché le trasformazioni previste in sito saranno “epocali” e, pertanto, andrebbero guidate con una certa logica inclusiva e di contesto.

25.  Dal progetto si evince che le aree a parcheggio saranno di 27.800 mq. nello stadio (dove?) e 95.505 mq. a rotazione (dove?) mentre le aree a piazza e verde risulterebbero circa 47.000 mq. Un po' poche in proporzione…quindi perché non mantenere il parcheggio solo per lavoratori dello stadio, disabili, servizi pubblici e per il resto sia finalmente utilizzato il parcheggio di via Novara…Si tratta dei parcheggi di Italia ’90 inutilizzati per questo servizio da decenni…

26. Non è chiaro, in caso di costruzione dello stadio nuovo, il tema dello spostamento del sottopasso di via Patroclo la cui opera costerebbe 35 milioni di euro. Lo farebbero le squadre? con quale progetto…? Con quali tempi di realizzazione?  

27. Sarebbe opportuno chiarire se il costo della rifunzionalizzazione dello stadio Meazza è incluso nell’investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Se così non fosse, chi la pagherebbe?

28.  Le seguenti aree del Comune: Pianificazione valorizzazione aree, Mobilità, Patrimonio immobiliare, Appalti, Bilancio e partecipate hanno chiesto, allo stato odierno della procedura, chiarimenti su vari temi ad essi di competenza e attendono documentazione integrativa e chiarificatrice da parte delle squadre. Questo per poter inquadrare il tutto nell’ambito della necessaria Conferenza dei Servizi che deve avere la visione complessiva del progetto di trasformazione dell’area. 

29. Non è chiaro il progetto del riscaldamento/raffrescamento dello stadio e neppure come perverrà l’energia elettrica necessaria a sostenere le utenze dell’eventuale nuovo stadio (si parla di una potenza di 20 Mega Watt) e dove costruire la cabina primaria di trasformazione. 

30.  Le squadre dicono che il nuovo stadio porterebbe al migliore posizionamento delle stesse nel ranking internazionale: non è certo con la costruzione di un nuovo stadio che si ottiene questo miglioramento. Magari abbassando gli stipendi e non facendo debiti…E visto che attualmente le squadre milanesi sono intesta alla classifica utilizzando lo stadio Meazza mi chiedo dove stia la logica del “vinciamo se abbiamo il nuovo stadio”.

31.  La Juventus avrebbe vinto i nove scudetti consecutivi grazie al nuovo stadio. Almeno questa è la vulgata, interessata, di Inter e Milan. Probabilmente li ha vinti perché era forte e gli altri erano scarsi. Ma ora la Juventus ha seri problemi di natura finanziaria ed anche le squadre milanesi non è che abbiano una grande salute economica…La questione del blitz tentato per la costruzione della Super Lega Europea lo spiega molto bene.     

32.  La programmazione dell’intervento prevede una vita “vissuta” 365 giorni all’anno, in tutte le ore del giorno…probabilmente anche della notte. E’ proprio questo di cui ha bisogno quell’area? E’ proprio questo un bisogno imprescindibile di Milano già alle prese, in alcuni luoghi, con un vita notturna non proprio gradita a tutti…?

33. Si segnala che un nuovo un centro commerciale si dovrebbe confrontare, dal punto di vista della concorrenza, con quelli del Portello e di City Life. Ha senso dal punto di vista economico? Non si rischia di costruire l’ennesimo clone che, poi, abbassa il livello di fatturato di tutti i centri coinvolti?

34.  Gli uffici interessati non rilevano, al momento, congruità economica nel ritorno dell’intervento. Inoltre, l’Agenzia del territorio indica in 2 milioni e 700 mila euro il canone annuo da chiedere e non 2 milioni come oggi parrebbe essere il valore indicato dalle squadre in funzione del valore delle aree da valorizzare.          

35.  Attualmente Suning è proprietaria del 66,55% delle azioni dell’Inter tramite la società controllata Great Horizon. Il 31,05% è di proprietà della società Lion Rock Capital. A Maggio scorso la società Oaktree Capital ha prestato ben 275 milioni di euro che dovranno essere restituiti con gli interessi. Una situazione finanziaria che rende evidente che i conti della società vanno monitorati con attenzione. E chi non ricorda la storia della vendita del Milan a quel signore dal nome esotico di Li Yon Ghon…? Dove sono finiti i soldi del presunto finanziere scomparso dalle cronache…? Possibile che abbia investito centinaia di milioni di euro per poi scomparire nel nulla? Chi può spiegare come esattamente si è svolta questa vicenda un po' “originale”? E, comunque anche il Milan intesa come società a se stante, nonostante la stabilità finanziaria del Fondo Elliott, non è che goda di buona salute finanziaria…

36. Sarebbe interessante conoscere la provenienza dei tifosi che frequentano abitualmente lo stadio (abbonati in particolare) al fine di capire quanti sono i cittadini fruitori di questo servizio residenti in città e quanti coloro che provengono da fuori Milano.  Questo dato lo conoscono solo le squadre. Se lo conoscessero anche gli amministratori comunali magari aiuterebbe nell’avere un quadro più ampio rispetto alle decisioni da prendersi.  

37. Le squadre parlano genericamente di uno stadio di proprietà per tornare ad essere competitivi ma non spiegano quali sono i programmi di riduzione dei debiti e come mai non è all’ordine del giorno la riduzione degli stipendi dei calciatori, allenatore, staff tecnico etc. Il trasferimento di tre magazzinieri (dell’Inter) ad altra società in attesa del loro licenziamento, fra un anno, non è certamente il miglior modo per pensare di risanare i conti…

38.  Le squadre per dare corso alla proposta e trasformarla in un vero progetto dovrebbero assegnare l’appalto al vincitore del concorso (La Cattedrale) che dovrebbe poi nominare un general contractor che dovrà eseguire le opere: si conoscono i critiri per definire la tipologia dei sub appalti, le linee operative per la lotta alla concorrenza sleale e alla criminalità organizzata….? Forse è ancora troppo presto per pensarci…?  

39. Non è chiaro, o comunque noto, se sono in corso trattative da parte delle squadre, con enti bancari, o altri soggetti finanziatori (e quali), per dare corso all’iniziativa in caso di accordo con il Comune e se tali finanziamenti saranno per tutto l’importo necessario o parte di questo.  

Mi fermo qui. Ci sarebbero altri temi ma per il momento per una prima riflessione credo possa bastare…E’ chiaro che la materia è complessa così come la mole di documentazione generata dalla proposta delle squadre e non sempre immediatamente comprensibile per ragioni legate alla specificità degli argomenti indicati. La strada è ancora lunga e chi scrive spera che da parte delle squadre ci possa essere un sano ripensamento e che il Comune sia parte attiva di questa opportunità. Come spesso si dice…che attui una adeguata, ragionata, sentita, motivata “moral suasion” affinchè non si compiano errori urbanistici (e non solo) di cui ci si potrebbe pentire nel tempo….

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