Stadio
nuovo a San Siro. La gente “mormora…”
La questione che riguarda il
futuro dello stadio Meazza e di tutta l’area circostante è all’attenzione della
cittadinanza da ormai due anni e, complice la pandemia, non è proseguita come probabilmente
si attendevano le società calcistiche. In breve, possiamo dire che entrambe le
società che utilizzano il Meazza (a seguito di un accordo sottoscritto nel 2000
con il Comune di Milano e che vedrà la sua scadenza nel 2030), hanno ritenuto
che questo stadio non sia più adeguato per i loro obbiettivi non solo sportivi
ma, fondamentalmente, di gestione dei bilanci societari. Già, perché il calcio
moderno è soprattutto gestione di affari, scambio di calciatori, bilanci,
vendita di diritti pubblicitari, di materiale vario (gadget, bandiere,
magliette, etc.). E’ ormai, da anni, un grande giro di soldi per calciatori,
procuratori pubblicità di varia natura e così via dove i tifosi sono,
fondamentalmente lo strumento per i ricavi…
Premesso che prendere decisioni
su temi complessi e potenzialmente divisivi non è come raccontarsela al bar,
prendo spunto dalla nuova delibera che la Giunta di Milano ha predisposto sul
tema del proseguimento del processo amministrativo per giungere al possibile benestare
alla costruzione del nuovo stadio (con abbattimento di una rilevante porzione
del Meazza) nella quale si indica l’interesse pubblico dell’intervento. Che, è
bene ricordare, riguarda l’utilizzo di aree di proprietà pubblica e del bene
pubblico stadio Meazza. Questo non significa che lo stadio nuovo si farà sicuramente
ma che si è aperto il processo tecnico, giuridico e istituzionale per capire se
la proposta (proposta, non progetto, almeno per il momento) possiede i
presupposti per proseguire nella discussione tra l’Amministrazione Comunale e le
squadre milanesi. Certamente un indirizzo all’operazione è dato ma, ad ogni
buon conto, il processo non finisce certamente con questa delibera ma
proseguirà con tutte le eventuali condizioni che verranno espresse dalle parti
considerando, comunque che il Meazza ospiterà l’apertura dei Giochi Olimpici e
Paralimpici invernali del 2026.
Ma non sono solamente i soggetti
privati e quelli istituzionali a giocare questa partita in quanto esiste anche una
parte di città che è molto critica verso questo progetto (ricordo, ad esempio,
il Comitato SI Meazza e il Comitato Verde San Siro) che hanno già posto in essere
varie iniziative critiche e puntuali sul tema con ricorso al TAR). Comunque, al
fine di proporre un ragionamento ponderato e non da “tifoso”, ho ritenuto
opportuno fare alcune puntualizzazioni sull’argomento (ribadendo, con ciò, la
mia contrarietà a questo progetto) partendo dalla delibera di Giunta Comunale n°
1379 del 5 Novembre scorso che, ricordo riassumendo, ha come base:
1. Richiesta
della costruzione di un nuovo stadio da 65.000 posti e servizi interni.
2. Richiesta
di riconversione dello stadio Meazza
3. Utilizzo
di quanto al punto 2) la messa in opera di strutture di intrattenimento e di
spazi attrezzati per sport olimpici.
4. Costruzione,
nell’area adiacente il nuovo stadio di un hotel, un edificio per uffici, una
struttura di vendita (centro commerciale).
5. Il costo
previsto per la costruzione dello stadio è stimato in 650 milioni di euro e
tutto il resto delle attività (abbattimento Meazza e costruzione delle nuove
infrastrutture) è stimato in circa 600 milioni di euro.
Questa delibera succede alla precedente
di Giunta Comunale n° 1905 del 8 Novembre 2019 che apriva alla dichiarazione di
pubblico interesse da parte del Comune rispetto all’intenzione delle squadre di
costruire il nuovo stadio dismettendo il Meazza. Un passaggio importante,
questo, in quanto si posero paletti precisi alle squadre che avevano espresso
intenzioni edificatori superiori a quanto previsto dal Piano di Governo del
Territorio rispetto agli interventi “accessori” sull’area in aggiunta allo
stadio nuovo.
Dati gli elementi di cui sopra,
cerchiamo di capire se, in effetti, il ragionamento svolto dalle squadre è
logico, fattibile, “spendibile” rispetto alle loro esigenze così come al reale
ritorno economico per le stesse. Oltre
che per l’interesse pubblico dato dalla proprietà comunale dell’area in
questione.
1. Le
squadre vogliono giocare in uno stadio di loro proprietà. Ma non sarà tecnicamente
così perché lo stadio diventerà proprietà del Comune dopo 90 anni dalla
concessione del diritto di superficie. Inoltre, per l’uso delle superfici in
concessione le squadre dovranno pagare un canone di 2,7 milioni di euro annui
per 90 anni. Quindi lo stadio di proprietà non esiste ma, nel caso, si
costruirà uno stadio costruito su un’area data in concessione dal Comune.
2. L’area
dello stadio Meazza verrebbe rifunzionalizzata per attività sportive a
fruizione pubblica e per utilizzi di intrattenimento. In parte la fruizione
sportiva sarebbe gratuita in parte a pagamento. Per la parte intrattenimento
tutto sarebbe a pagamento. Si tratterebbe di strutture da inserire nel Meazza
ridotto, si presume, a circa un quarto della sua attuale dimensione. Non
abbiamo, al momento, dettagli maggiori per giungere ad una valutazione corretta
della proposta.
3. Le
attrezzature di cui al punto precedente, di circa 46 mila mq., non dovrebbero concorrere
al computo complessivo della superficie da considerare all’interno di quella
totale prevista per la cosiddetta Grande Funzione Urbana nell’area la quale, ha
indice di edificabilità 0,35 mq./mq. Valore che è quello sancito dal Piano di
Governo del Territorio (le squadre, all’inizio, volevano indica di 0.67 mq/mq.)
come votato dal Consiglio Comunale di Milano nell’ottobre del 2018. Ma così
saremmo intorno a 0,51 mq/mq.
4. Con i 46
mila mq. aggiuntivi richiesti, il relativo indice di edificabilità cambierebbe.
Sono inoltre previsti altri 8.000 mq. di edificazione convenzionata con il
Comune che non entrerebbero nel computo della superficie totale utilizzabile in
funzione dell’indice di edificabilità previsto. Non è chiara, al momento, la funzione di
questi ulteriori metri quadrati inseriti nel contesto dell’intervento.
5. La
prevista connessione con le altre aree verdi presenti nell’area, così come immaginata
dalla proposta, si può mettere in opera anche al di là della costruzione del
nuovo stadio.
6. Le
squadre non vogliono ristrutturare il Meazza in quanto non ritengono che quello
stadio abbia un futuro. Però, a parte questa motivazione personalistica,
mancano riscontri strettamente tecnici che possano motivare tale rifiuto né mai
vi è stato un confronto tra le squadre, i proponenti il progetto alternativo ed
il Comune al fine di valutare, con scrupolo, attenzione e senso critico, la
proposta di salvataggio del Meazza.
7. In una
audizione in commissione congiunta Sport-Demanio-Urbanistica, il Rettore del
Politecnico presentò alcune indicazioni sulle “qualità” e remunerazione dei
nuovi stadi in Europa. Però, come al punto 7), una analisi approfondita
dell’eventuale riqualificazione del Meazza, da allinearsi al nuovo progetto, non
risulterebbe essere mai stata presa in considerazione al fine di evidenziarne
eventuali punti attrattivi e/0 di forza. Questo in quanto le squadre, come già
segnalato, hanno escluso, a priori, la riqualificazione del Meazza.
8. La
soprintendenza esclude lo stadio Meazza dalla tutela architettonica mentre, ad
esempio, la mantiene per un rudere ormai sempre più fatiscente qual’è l’immobile
dell’ex Istituto Marchiondi, a Baggio (chi scrive ne ha chiesto la
cancellazione nel gennaio 2019 per poter così abbattere l’edificio). Il punto
5) della relazione allegata alla delibera, segnala che la Soprintendenza reputa
che le stratificazioni costruttive dello stadio siano un elemento negativo per l’apposizione
del vincolo in quanto l’ultimo intervento (il terzo anello) e avvenuto solo trent’anni
fa. Mi viene da ricordare che anche il Duomo di Milano è stato costruito in
maniera stratificata…E’ una provocazione, certo, perché si tratta di ambiti
totalmente differenti, però il concetto di fondo per una riflessione critica,
rimane…Anche in considerazione che il Meazza, interessi o meno il calcio, è
considerato, comunque, una sorta di monumento non solo per i milanesi….
9. L’abbattimento
parziale e la rifunzionalizzazione del Meazza avrebbe un costo di circa 80
milioni di euro. Probabilmente la sua riqualificazione costerebbe 4 volte tanto
ma con una vita residua altrettanto lunga quanto quella del nuovo stadio. E si
eviterebbero un mare di problemi…oltre che a non utilizzare lo spazio previsto
con il nuovo stadio.
10. L’abbattimento
per tre quarti del Meazza e lo scavo per la costruzione del nuovo stadio (che
sarebbe in larga parte interrato) porterebbe ad una grave condizione di problematiche
ambientali, che si protrarrebbero per anni, cui si aggiungerebbe la parte extra
stadio prevista dalle squadre (Hotel, uffici, centro commerciale).
11. Lo stadio
Meazza ha ospitato nel 2016 la finale di Champions League e nel 2021
Italia-Spagna. Quindi è pienamente incluso nei criteri UEFA di qualità e
sicurezza. L’inadeguatezza del Meazza ventilata dalle squadre, quindi, è alquanto
aleatoria e molto “personale” da parte, ovviamente, delle squadre. Certo, ci
sono aspetti da migliorare ma ciò è possibile. Basta volerlo fare…
12. Il terzo
anello, che all’epoca era imprescindibile per la grande stagione del calcio
futuro, almeno così si pensava, è costato 180 miliardi di vecchie lire. Nel
corso di questi 30 anni tanti altri sono stati gli interventi onerosi per aggiornare
lo stadio e renderlo sempre più moderno e adeguato alle norme di sicurezza e
dell’UEFA. Quindi se, come dice qualcuno, non si può vincolare un manufatto il
cui ultimo aggiornamento risale a soli 30 anni fa, non capisco come si possa
immaginare di abbattere un manufatto di…soli 30 anni fa…
13. Tra gli interventi accessori che darebbero
lustro all’intervento, si indicano la riqualificazione dell’Edilizia Residenziale
Pubblica presente nell’area ma senza indicare come, con quali importi e con
quale modalità visto che le proprietà dell’ERP del quartiere San Siro sono di
ALER (Regione Lombardia) e non del Comune di Milano. Quindi o si fa un accordo
di programma tra Comune e ALER oppure l’operazione non si può fare. Ma anche
con un accordo tra le parti gli interventi non sarebbero così scontati
considerando che il quartiere è stato oggetto, negli anni scorsi, di un
intervento di riqualificazione in alcuni palazzi ma che, comunque, gli immobili
sono della metà degli anni ’30 e nati molto…spartani…Oltre ai problemi sociali
e di occupazioni abusive (circa 800….).
14. Si parla,
nella proposta delle squadre, di un aumento di dotazione di servizi pubblici,
ma non si capisce di quali natura siano questi servizi e se questi sarebbero i
servizi sportivi, di intrattenimento, la funzione commerciale, gli uffici e
quant’altro previsto nell’intervento accessorio di natura immobiliare. In tal
caso si tratterebbe di una fuorviante ridondanza.
15. Si parla
anche di prevedere un incremento di trasporto pubblico. Però mi chiedo se con
una linea tranviaria operante, i bus che passano accanto allo stadio, la M5 lì
presente, quali mezzi, e per quale funzione, si dovrebbero aggiungere a quanto
abbondantemente già presente.
16. Si parla
di dotazione di nuovo verde pubblico che si sovrapporrebbe, in sottrazione, a quello
che andrebbe perso con l’eliminazione del giardino dei Capitani e, inoltre,
pare di capire, che vi sarebbe l’ipotesi di stratificare il verde in altezza e
non solo in estensione. Comunque, al momento, la questione sul tema della
composizione del verde pubblico in loco è alquanto nebulosa e non dà garanzie
rispetto a quanto auspicato in un’area così particolare.
17. L’obbiettivo
di rigenerazione urbana dell’area potrebbe essere conseguito anche con la
concessione dell’area interessata alle funzioni accessorie (ridotta in funzione
dell’importo investito per la riqualificazione dello stadio Meazza) senza dovere
procedere alla costruzione del nuovo stadio. Cioè, si spende la metà e si
costruisce la metà. Questo salverebbe un’area che potrebbe essere utilizzata
per il verde pubblico e per servizi accessori allo stadio ma con un impatto
urbanistico certamente inferiore a quanto ora previsto.
18. L’ERP
interessato, di cui abbiamo detto al punto 13), potrebbe essere completamente riqualificato,
a tappe, attraverso, per esempio, l’intervento congiunto dei vari soggetti che
hanno già presentato alla commissione urbanistica del Comune nel 2020 una
proposta in tal senso. Un progetto autonomo che non coinvolgerebbe l’area dello
stadio e che camminerebbe su un percorso completamente differente. Abbattimenti
di immobili vetusti e costruzione di nuovi edifici in altezza con recupero di
verde e spazi dedicati a reali servizi per la cittadinanza.
19. Che sia garantita la fruizione popolare allo stadio
mi viene difficile da credere. 60.000 spettatori quelli che vi entreranno:
40.000 è la media degli abbonati per ciascuna squadra. 12.000 i posti VIP
(quelli per i “sciuri” e le aziende). Rimarrebbero solo 8.000 posti. 3.000 non
li vogliamo dare agli ospiti? Per i tifosi delle milanesi ne rimarrebbero solo
5.000. Ma a che prezzo? Probabilmente alto, come già si è tentato di fare con
partite di Coppa (il Milan) e come avviene, da tempo, a Torino.
20. Essendo
il tutto in fase di proposta, non è pienamente definito, al momento, in maniera
esaustivo il Piano Economico Finanziario da parte delle squadre. Un documento
fondamentale per poter capire quali le leve economiche a sostegno del progetto.
21. Non è chiaro
quale sarà l’intenzione delle squadre alla ricezione dell’eventuale permesso a
costruire per la trasformazione del comparto urbanistico. Le proprietà lo
venderanno a qualche importante immobiliare che lo utilizzerebbe per una sua
“partita” scollegata dal progetto del nuovo stadio? Sarebbe importante sapere
in anticipo quali sono le loro intenzioni a riguardo.
22. Ad oggi non è pienamente chiaro chi sia il
titolare effettivo di ciascuna delle sqaudre. Questo non va bene e dovrebbe
essere il primo punto di discussione da affrontare tra le parti. Non si
dovrebbe discutere con chi non è possibile identificare, in maniera univoca,
come reale proprietario delle società. E non si dovrebbe nemmeno discutere con
chi ha la sede della società eventualmente in qualche paradiso fiscale.
23. Perché non pensare di inserire, in un
eventuale futuro accordo, un vincolo per mantenere le attuali proprietà delle
squadre per almeno 15 anni dopo l’inaugurazione del nuovo stadio, qualora lo si
costruisse?
24. Non si
parla della lettura del nuovo territorio che verrebbe a configurarsi dopo
l’eventuale rifunzionalizzazione dello stadio Meazza rispetto all’intervento
dell’area ex ippodromo del trotto e della Piazza D’Armi, quasi fossero mondi
completamente separati tra loro mentre sono fortemente interconnessi. Questo
non va bene perché le trasformazioni previste in sito saranno “epocali” e,
pertanto, andrebbero guidate con una certa logica inclusiva e di contesto.
25. Dal progetto si evince che le aree a
parcheggio saranno di 27.800 mq. nello stadio (dove?) e 95.505 mq. a rotazione
(dove?) mentre le aree a piazza e verde risulterebbero circa 47.000 mq. Un po'
poche in proporzione…quindi perché non mantenere il parcheggio solo per
lavoratori dello stadio, disabili, servizi pubblici e per il resto sia
finalmente utilizzato il parcheggio di via Novara…Si tratta dei parcheggi di
Italia ’90 inutilizzati per questo servizio da decenni…
26. Non è
chiaro, in caso di costruzione dello stadio nuovo, il tema dello spostamento
del sottopasso di via Patroclo la cui opera costerebbe 35 milioni di euro. Lo
farebbero le squadre? con quale progetto…? Con quali tempi di realizzazione?
27. Sarebbe
opportuno chiarire se il costo della rifunzionalizzazione dello stadio Meazza è
incluso nell’investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Se così non
fosse, chi la pagherebbe?
28. Le seguenti aree del Comune: Pianificazione
valorizzazione aree, Mobilità, Patrimonio immobiliare, Appalti, Bilancio e
partecipate hanno chiesto, allo stato odierno della procedura, chiarimenti su
vari temi ad essi di competenza e attendono documentazione integrativa e
chiarificatrice da parte delle squadre. Questo per poter inquadrare il tutto
nell’ambito della necessaria Conferenza dei Servizi che deve avere la visione
complessiva del progetto di trasformazione dell’area.
29. Non è
chiaro il progetto del riscaldamento/raffrescamento dello stadio e neppure come
perverrà l’energia elettrica necessaria a sostenere le utenze dell’eventuale
nuovo stadio (si parla di una potenza di 20 Mega Watt) e dove costruire la
cabina primaria di trasformazione.
30. Le squadre dicono che il nuovo stadio
porterebbe al migliore posizionamento delle stesse nel ranking internazionale:
non è certo con la costruzione di un nuovo stadio che si ottiene questo
miglioramento. Magari abbassando gli stipendi e non facendo debiti…E visto che
attualmente le squadre milanesi sono intesta alla classifica utilizzando lo
stadio Meazza mi chiedo dove stia la logica del “vinciamo se abbiamo il nuovo
stadio”.
31. La
Juventus avrebbe vinto i nove scudetti consecutivi grazie al nuovo stadio. Almeno
questa è la vulgata, interessata, di Inter e Milan. Probabilmente li ha vinti perché
era forte e gli altri erano scarsi. Ma ora la Juventus ha seri problemi di
natura finanziaria ed anche le squadre milanesi non è che abbiano una grande
salute economica…La questione del blitz tentato per la costruzione della Super
Lega Europea lo spiega molto bene.
32. La programmazione dell’intervento prevede una
vita “vissuta” 365 giorni all’anno, in tutte le ore del giorno…probabilmente
anche della notte. E’ proprio questo di cui ha bisogno quell’area? E’ proprio
questo un bisogno imprescindibile di Milano già alle prese, in alcuni luoghi,
con un vita notturna non proprio gradita a tutti…?
33. Si
segnala che un nuovo un centro commerciale si dovrebbe confrontare, dal punto
di vista della concorrenza, con quelli del Portello e di City Life. Ha senso
dal punto di vista economico? Non si rischia di costruire l’ennesimo clone che,
poi, abbassa il livello di fatturato di tutti i centri coinvolti?
34. Gli uffici interessati non rilevano, al
momento, congruità economica nel ritorno dell’intervento. Inoltre, l’Agenzia
del territorio indica in 2 milioni e 700 mila euro il canone annuo da chiedere
e non 2 milioni come oggi parrebbe essere il valore indicato dalle squadre in
funzione del valore delle aree da valorizzare.
35. Attualmente Suning è proprietaria del 66,55%
delle azioni dell’Inter tramite la società controllata Great Horizon. Il 31,05%
è di proprietà della società Lion Rock Capital. A Maggio scorso la società Oaktree
Capital ha prestato ben 275 milioni di euro che dovranno essere restituiti con
gli interessi. Una situazione finanziaria che rende evidente che i conti della
società vanno monitorati con attenzione. E chi non ricorda la storia della
vendita del Milan a quel signore dal nome esotico di Li Yon Ghon…? Dove sono
finiti i soldi del presunto finanziere scomparso dalle cronache…? Possibile che
abbia investito centinaia di milioni di euro per poi scomparire nel nulla? Chi
può spiegare come esattamente si è svolta questa vicenda un po' “originale”? E,
comunque anche il Milan intesa come società a se stante, nonostante la
stabilità finanziaria del Fondo Elliott, non è che goda di buona salute finanziaria…
36. Sarebbe
interessante conoscere la provenienza dei tifosi che frequentano abitualmente
lo stadio (abbonati in particolare) al fine di capire quanti sono i cittadini fruitori
di questo servizio residenti in città e quanti coloro che provengono da fuori
Milano. Questo dato lo conoscono solo le
squadre. Se lo conoscessero anche gli amministratori comunali magari aiuterebbe
nell’avere un quadro più ampio rispetto alle decisioni da prendersi.
37. Le
squadre parlano genericamente di uno stadio di proprietà per tornare ad essere
competitivi ma non spiegano quali sono i programmi di riduzione dei debiti e come
mai non è all’ordine del giorno la riduzione degli stipendi dei calciatori,
allenatore, staff tecnico etc. Il trasferimento di tre magazzinieri (dell’Inter)
ad altra società in attesa del loro licenziamento, fra un anno, non è certamente
il miglior modo per pensare di risanare i conti…
38. Le squadre per dare corso alla proposta e
trasformarla in un vero progetto dovrebbero assegnare l’appalto al vincitore
del concorso (La Cattedrale) che dovrebbe poi nominare un general contractor che
dovrà eseguire le opere: si conoscono i critiri per definire la tipologia dei
sub appalti, le linee operative per la lotta alla concorrenza sleale e alla
criminalità organizzata….? Forse è ancora troppo presto per pensarci…?
39. Non è
chiaro, o comunque noto, se sono in corso trattative da parte delle squadre,
con enti bancari, o altri soggetti finanziatori (e quali), per dare corso
all’iniziativa in caso di accordo con il Comune e se tali finanziamenti saranno
per tutto l’importo necessario o parte di questo.
Mi fermo qui. Ci sarebbero altri
temi ma per il momento per una prima riflessione credo possa bastare…E’ chiaro
che la materia è complessa così come la mole di documentazione generata dalla
proposta delle squadre e non sempre immediatamente comprensibile per ragioni
legate alla specificità degli argomenti indicati. La strada è ancora lunga e
chi scrive spera che da parte delle squadre ci possa essere un sano
ripensamento e che il Comune sia parte attiva di questa opportunità. Come
spesso si dice…che attui una adeguata, ragionata, sentita, motivata “moral
suasion” affinchè non si compiano errori urbanistici (e non solo) di cui ci si
potrebbe pentire nel tempo….
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