Ieri sera è andata in onda l’intervista a Barak Obama ben condotta da Fabio Fazio che ha fatto delle domande pertinenti ed interessanti. Certamente ci saranno delle critiche ma credo che non sia da poco intervistare una figura carismatica come l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America mantenendo un aplomb invidiabile e, soprattutto, evitando piaggerie ma mantenendo il colloquio su un tono serio ma, al contempo, lieve. Quando si elegge un Papa sappiamo che uno dei suoi primi atti è quello di ritirarsi in preghiera in quella che viene chiamata “sala delle lacrime”. Un luogo di riflessione per superare lo shock dell’elezione insieme al tormento degli anni a venire. La differenza tra un Papa e un Presidente degli USA è che il primo spesso viene nominato suo malgrado mentre il secondo partecipa ad una lunga, estenuante ed anche pericolosa campagna elettorale. Certamente per il Presidente vi è l’appoggio di lobby, di interessi multipli e così via ma l’idea di doversi assumere responsabilità formidabili in una dinamica democratica (diciamo che in Cina, in Russia e in altri Paesi privi di democrazia è molto più semplice) non credo sia un pensiero che non preoccupi la vita di una persona “normale”. Salvo immaginare che chi si cimenta in questa responsabilità non sia un po' masochista (visto che lo stipendio del Presidente degli USA è di 400 mila dollari annui. Amministratori Delegati di grandi aziende percepiscono numeri moltiplicati per…tanto di più…Tra le cose che mi hanno maggiormente colpito, oltre che il non prendersi troppo sul serio da parte di Obama che ha tenuto sempre alta l’attenzione al fatto famigliare, c’è stato il ragionamento sulla complessità delle situazioni che la vita pubblica porta costantemente all’attenzione e la portata epocale di decisioni che, spesso, sono circondate da forti dubbi perché a decisione presa corrispondono situazioni ripercussioni sulla vita di milioni di persone. Unitamente a ciò vi è da sottolineare il tema della massa di informazioni che, oggi, affollano la vita di ciascuno. Spesso informazioni interessate, spesso informazioni non veritiere, spesso informazioni fuorvianti che, spesso, confondono anziché essere elemento di supporto sia per le decisioni che per quanto riguarda la corretta informazione delle persone che, soprattutto se fragili, possono essere manovrate con concetti semplici ma efficaci nella loro capacità di portare a comportamenti e pensieri non fissati nella realtà. Lo stile non è cosa da poco e, a mio avviso, Obama ha dimostrato di averne in grande quantità e basterebbe paragonarlo al suo successore per comprendere la differenza abissale, non solo politica ma, anche, di stile, di empatia e di capacità di riconoscersi umile anche nel rispondere alle domande finali di Fazio sulle cose più importanti. Famiglia, libri (possibilmente con dedica degli autori) e palloni da basket sono scelte che definiscono una personalità. Così come avere sempre presente che le grandi azioni sono sempre frutto di piccole azioni collegate, in rete, tra loro. Piccoli passi, perseguiti con tenacia ed intelligenza, con diplomazia e chiarezza negli obbiettivi affinchè al risultato finale ci si arrivi condividendo quanto più possibile il percorso…Scelta non semplice, non facile, certamente con risultati non immediati ma, forse, l’unica, se davvero si vuole realizzare l’impresa di un governo democratico. Che, come ricordava l’ex Presidente, non è né regalata né per sempre, ma un atto continuo di crescita e costruzione della e nella società.
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